Israele sta facendo pressioni sull’amministrazione degli Stati Uniti, guidata dal presidente Donald Trump, per il riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture occupate del Golan.
Il riconoscimento potrebbe arrivare nei prossimi mesi.
Il ministro dell’intelligence israeliana Yisrael Katz, intervistato dai giornalisti di Reuters, ha spiegato che la questione è al centro dei colloqui diplomatici tra Israele e Stati Uniti.
La decisione farebbe seguito allo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme e al conseguente riconoscimento di quest’ultima come capitale dello stato ebraico.
“Siamo d’accordo con Israele su molte questioni”, hanno risposto dalla Casa Bianca quando Reuters ha chiesto conferme sulle dichiarazioni del ministro Katz.
Tuttavia non sono stati rilasciati commenti riguardo il possibile riconoscimento del Golan come parte di Israele.
Le alture si trovano al confine tra lo stato ebraico e la Siria e hanno una grande valenza strategica.
Il Golan è appartenuto alla Siria fino alla guerra dei sei giorni del 1967, anno in cui Israele ha occupato l’area e insediato i coloni.
Le alture sono state annesse unilateralmente dallo stato ebraico nel 1981, ma la decisione non è riconosciuta a livello internazionale.
Il governo israeliano aveva in più occasioni considerato l’idea di restituire il territorio alla Siria per migliorare i rapporti con il proprio vicino.
Tuttavia, con lo scoppio della guerra civile siriana e a causa della presenza delle truppe iraniane a Damasco, Israele ha ritenuto fondamentale mantenere il controllo di una zona così strategica.
Il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan da parte degli Stati Uniti permetterebbe al presidente Trump di arginare l’espansione regionale dell’Iran, ha spiegato il ministro Katz.
“È il momento perfetto per una simile mossa. La risposta più dura che si può dare agli iraniani è il riconoscimento della sovranità di Israele sul Golan con una dichiarazione americana e una proclamazione presidenziale sancita dalla legge”, ha specificato.
Secondo Katz, il messaggio per l’Iran sarebbe: “Vuoi distruggerci, attaccarci? Guarda, hai ottenuto l’esatto opposto”.
La proposta era stata avanzata dal premier di Israele, Benjamin Netanyahu, nel suo primo incontro con il presidente americano Trump nel febbraio del 2017 e al momento è in discussione tra i membri dell’amministrazione e del Congresso.
“Credo che ci sia un’alta probabilità che ciò accada” nel giro di qualche mese, ha dichiarato Katz.
La Russia, alleato di Damasco, ha più volte chiesto che l’integrità territoriale della Siria fosse ripristinata, facendo riferimento alla restituzione da parte di Israele delle alture del Golan.
Intanto, il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha annunciato che chiederà l’approvazione di un piano per la costruzione di 2.500 abitazioni nelle 30 colonie della Cisgiordania occupata.
“I 2.500 nuovi alloggi che approveremo in un comitato di pianificazione la prossima settimana saranno costruiti immediatamente nel 2018”, scrive in una nota il ministro.
“Estenderemo le costruzioni in tutta la Giudea-Samaria [la Cisgiordania, ndr] da nord a sud, in insediamenti piccoli e grandi”.
Oltre alle alture del Golan, Israele nel 1967 ha occupato la Cisgiordania, dove ha costruito numerosi insediamenti.
L’area dovrebbe far parte dello stato di Palestina ed è riconosciuta dall’Onu come “territori occupati”.
Da quando il presidente statunitense Trump si è insediato alla Casa Bianca, Israele ha implementato la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania.
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