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    Usa 2024, il presidente Joe Biden spiega le ragioni del ritiro della sua candidatura alle elezioni presidenziali: “Dovevo salvare la democrazia”

    Credit: Agf

    Il presidente ha anche elogiato la sua vice: Kamala Harris "è esperta, tosta e capace". Trump invece ha definito il discorso di Biden "a malapena comprensibile"

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 25 Lug. 2024 alle 10:17 Aggiornato il 25 Lug. 2024 alle 12:31

    Joe Biden ha dovuto rinunciare a correre per un secondo mandato alla Casa bianca in nome della “salvezza della democrazia” e ha deciso di farlo “passando il testimone a una nuova generazione”, incarnata dalla sua vicepresidente Kamala Harris, per “unire il Partito (democratico, ndr) e il Paese”.
    Il presidente degli Stati Uniti ha spiegato così, in un discorso alla nazione tenuto ieri sera (nella notte in Italia) dallo Studio Ovale, le ragioni del ritiro della sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali previste il 5 novembre.

    Cosa ha detto Joe Biden
    Durante gli 11 minuti del suo discorso, che segna l’ultimo capitolo della sua presidenza e di mezzo secolo di carriera politica, Biden ha riconosciuto la necessità di sacrificare l’ambizione personale per quello che considera un bene superiore.

    “Sapete, nelle ultime settimane mi è diventato chiaro che dovevo unire il mio partito in questa impresa critica. Credo che il mio curriculum da presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione del futuro dell’America, tutto meriti un secondo mandato”, ha spiegato Joe Biden. “Ma niente, niente può ostacolare la salvezza della nostra democrazia, compresa l’ambizione personale. Quindi, ho deciso che il modo migliore per procedere era passare il testimone a una nuova generazione. È il modo migliore per unire la nostra nazione”.

    “Venero questa carica. Ma amo di più il mio Paese”, ha dichiarato Joe Biden. “È stato l’onore della mia vita servire come vostro presidente. Ma in difesa della democrazia, che è in gioco, ed è più importante di qualsiasi carica. Traggo forza e trovo gioia nel lavorare per il popolo americano”, ha aggiunto.

    Biden non ha mai menzionato espressamente il suo predecessore e attuale candidato repubblicano Donald Trump ma ha tracciato un netto contrasto con l’ex presidente, la cui ambizione lo aveva portato a rivendicare la vittoria in un’elezione persa quattro anni prima. “La cosa grandiosa dell’America è che qui non sono i re o i dittatori a governare”, ha sottolineato l’inquilino della Casa bianca. “È il popolo a farlo. La storia è nelle vostre mani, l’idea dell’America è nelle vostre mani”.

    “È stato il privilegio della mia vita servire questa nazione per oltre 50 anni. In nessun altro posto del mondo un ragazzo balbuziente, di modeste origini, nato a Scranton, in Pennsylvania, e cresciuto a Claymont, in Delaware, avrebbe un giorno potuto sedersi dietro la scrivania dello Studio Ovale e diventare presidente degli Stati Uniti”. “Eccomi qui”, ha concluso il presidente. “Ecco cosa c’è di così speciale nell’America”.

    Il sostegno a Kamala Harris
    Biden però non ha dimenticato di sostenere “la nuova generazione” a cui ha “passato il testimone”. “In pochi mesi, il popolo americano sceglierà il corso del futuro dell’America”, ha detto il presidente Usa. “Io ho fatto la mia scelta. Ho fatto conoscere le mie opinioni. Vorrei ringraziare la nostra grande vicepresidente Kamala Harris”, che “è esperta, è tosta, è capace, è stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro Paese”. “Ora la scelta spetta a voi, popolo americano”, ha aggiunto Biden.

    “Quando farete questa scelta, ricordate le parole di Benjamin Franklin. Sono appese alla parete qui nello Studio Ovale, accanto al busto del Dr. (Martin Luther, ndr) King, di Rosa Parks e di Cesar Chavez. Quando a Ben Franklin fu chiesto, mentre usciva dalla Convention, se i Padri fondatori avrebbero dato all’America una monarchia o una repubblica, la risposta di Franklin fu: ‘Una repubblica, se riuscirete a preservarla’. Se manterremo la nostra repubblica è ora una decisione che avete nelle vostre mani”.

    La reazione di Donald Trump
    Subito dopo, sul suo profilo social Truth, il suo predecessore Donald Trump ha definito il discorso di Biden “a malapena comprensibile e davvero pessimo!”. Poi è tornato ad attaccare la sua nuova avversaria.

    In seguito, lo sfidante repubblicano ed ex presidente ha tenuto infatti il suo primo comizio elettorale da quando Biden si è ritirato dalla corsa. Davanti alla folla riunita ieri a Charlotte, in Carolina del Nord, Trump ha definito Kamala Harris una “bugiarda” e una “liberal radicale”.

    “Dicono che mi è successo qualcosa quando mi hanno sparato: sono diventato gentile”, ha detto Trump. “Se non vi dispiace, non sarò gentile”, ha aggiunto tra le urla della folla.

    “La loro campagna dice: ‘Io sono il pubblico ministero, e lui è il criminale condannato’. Questa è la loro campagna. Non credo che la gente ci crederà”, ha detto l’ex presidente. “A novembre, il popolo americano le dirà: ‘No grazie, Kamala. Hai fatto un pessimo lavoro. Sei stata pessima in tutto'”.

    “Kamala Harris è stata la forza trainante ultra-liberale dietro ogni singola catastrofe di Biden”, ha detto l’ex presidente ai suoi sostenitori. “Un voto per Kamala è un voto per altri quattro anni di disonestà e incompetenza, debolezza e fallimenti”.

    I sondaggi
    Al di là della retorica, le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto raccontano di un testa a testa tra i due sfidanti ma su una cosa gli elettori sembrano concordi: Biden ha fatto bene a farsi da parte e anche a restare in carica per concludere il suo mandato da presidente.

    Cosa dovrà fare il prossimo inquilino della Casa bianca e in particolare Kamala Harris, se toccherà a lei, è invece ancora materia di dibattito, specie tra i dem. Secondo un nuovo sondaggio pubblicato dalla Cnn, chi vota democratico resta fortemente diviso sul fatto che il prossimo candidato debba continuare le politiche di Biden (53 per cento) o portare il Paese in una nuova direzione (47 per cento), un’opzione quest’ultima appoggiata soprattutto dai più giovani e dalle minoranze.

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