Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ritirato la propria candidatura dalle elezioni presidenziali previste il prossimo 5 novembre e indica la sua vicepresidente, Kamala Harris, come prossima candidata democratica contro il suo predecessore Donald Trump.
— Joe Biden (@JoeBiden) July 21, 2024
“Sebbene fosse mia intenzione cercare di essere rieletto, credo che sia nel migliore interesse del mio partito e del Paese che io rinunci e mi concentri esclusivamente sull’adempimento dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato”, ha scritto in una lettera pubblicata sulla piattaforma social X (ex Twitter). “Spiegherò dettagliatamente alla Nazione nel corso di questa settimana la mia decisione”.
Biden ha poi ringraziato la sua vicepresidente, Kamala Harris, a cui ha dato l’endorsement. “Cari colleghi democratici, ho deciso di non accettare la nomination e di concentrare tutte le mie energie sui miei doveri di presidente per il resto del mio mandato”, ha poi aggiunto in un successivo tweet. “La mia primissima decisione come nomination del partito nel 2020 è stata quella di scegliere Kamala Harris come mia vicepresidente. Ed è stata la migliore decisione che ho preso. Oggi voglio offrire il mio pieno sostegno e il mio appoggio affinché Kamala sia la candidata del nostro partito quest’anno. Democratici: è ora di unirsi e battere Trump. Facciamolo”. “E se sei con noi, fai una donazione alla sua campagna”, ha proseguito il presidente sul suo profilo X.
Il commento di Trump e dei repubblicani
Pochi minuti dopo l’annuncio, lo sfidante repubblicano ed ex presidente Donald Trump, in una telefonata alla Cnn, ha definito Biden come “il peggior presidente in assoluto nella storia del nostro Paese”. Malgrado i democratici non abbiano ancora indicato ufficialmente Kamala Harris come candidata, Trump si è detto certo che la vicepresidente sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato l’attuale presidente.
Sul social Truth ha poi attaccato Biden, affermando che “non è certamente idoneo a ricoprire la carica” di presidente. “Il corrotto Joe Biden non era adatto a candidarsi alla presidenza e certamente non è adatto a servire come presidente – e non lo è mai stato!”, ha scritto Trump sul suo profilo. “Ha ottenuto la carica di presidente solo con bugie, fake news e senza lasciare il suo seminterrato. Tutti quelli che lo circondavano, incluso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente, e non lo era”, ha aggiunto. “Soffriremo molto a causa della sua presidenza, ma rimedieremo molto rapidamente al danno che ha fatto”, ha concluso, chiudendo con il suo slogan: “Make America Great Again!”.
Il figlio invece, Donald Trump Jr., ha attaccato direttamente la vicepresidente Harris, definendola “ancora più progressista e meno competente” di Biden. “Kamala Harris ha l’intero curriculum politico di sinistra di Joe Biden. L’unica differenza è che è ancora più liberale e meno competente di Joe, il che è davvero tutto dire. È stata messa a capo della sicurezza del confine e abbiamo assistito alla peggiore invasione di clandestini della nostra storia!!!”, ha dichiarato Trump Jr.
Alle parole dell’ex inquilino della Casa bianca hanno fatto eco quelle del capo del National Republican Congressional Committee nonché responsabile della campagna elettorale repubblicana, Richard Hudson, che ha definito la scelta del presidente uno “scandalo di proporzioni storiche”. “Il nostro presidente è incapace, i democratici lo sapevano, e hanno mentito al popolo americano per nasconderlo. Gli elettori non perdoneranno né dimenticheranno il tradimento definitivo della loro fiducia”, ha dichiarato Hudson, che ha messo in dubbio la capacità di Biden di proseguire il suo mandato presidenziale. “Se il presidente è mentalmente inadatto a fare campagna elettorale, è mentalmente inadatto ad avere i codici nucleari. Ogni democratico della Camera deve ora rispondere: il presidente è in grado di servire per il resto del suo mandato?”.
Le reazioni dei democratici
Non sono mancati però gli attestati di stima per l’inquilino della Casa bianca e per la scelta di appoggiare la sua vice Harri. Il senatore democratico Chris Coons, stretto alleato di Joe Biden e co-presidente della sua campagna elettorale, lo ha elogiato pubblicamente ai microfoni della Cnn. “Lascia un’incredibile eredità sia in termini di leadership che di servizio e non vedo l’ora di continuare a lavorare con lui sia come nostro presidente che come leader del nostro partito”, ha dichiarato il senatore, senza aggiungere ulteriori commenti.
Il presidente del Comitato nazionale democratico, Jaime Harrison, si è invece detto “emozionato”. “Voglio solo dirlo a livello personale”, ha dichiarato. “Sono emozionato per la decisione del presidente. Perché questo presidente, Joe Biden, è stato un presidente trasformativo, è stato un grande leader, è un brav’uomo, un uomo perbene, che ha fatto così tanto per questa nazione, ha fatto così tanto per vederci come persone, per apprezzarci, per combattere per noi”, ha aggiunto. “Sono emozionato, perché sto ancora, ancora, cavalcando insieme a Biden. Sostengo ancora il mio presidente. E supereremo questa situazione, amici miei, come facciamo sempre”.
“Il presidente Biden è stato un presidente straordinario, che ha fatto la storia, un leader che ha combattuto duramente per i lavoratori e ha prodotto risultati sorprendenti per tutti gli americani”, ha invece scritto sui social il governatore democratico della California, Gavin Newsom, considerato per settimane tra i possibili candidati contro Trump. “Passerà alla storia come uno dei presidenti più influenti e altruisti”.
Una scelta elogiata anche dal segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, anch’egli candidato alla presidenza nel 2020 e nella rosa dei possibili sostituti. “Sono così orgoglioso di servire sotto la sua guida e grato per la sua incrollabile attenzione a ciò che è meglio per il nostro Paese”, ha affermato Buttigieg, che ha definito Biden “uno dei migliori e più influenti presidenti nella storia americana”.
Anche il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha elogiato il presidente per aver messo “al primo posto il suo partito e il nostro futuro”. “Joe Biden non è stato solo un grande presidente e un grande leader politico ma è anche un essere umano davvero straordinario. La sua decisione, ovviamente, non è stata facile, ma ancora una volta ha messo al primo posto il suo Paese, il suo partito e il nostro futuro”, ha detto Schumer. “Joe oggi dimostra di essere un vero patriota e un grande americano”.
Parole a cui si aggiungono quelle del capogruppo democratico al Senato, Dick Durbin, che ha elogiato la decisione, affermando che Biden “ha sempre messo il Paese al primo posto”. “Ora il Partito Democratico deve unirsi dietro un candidato che possa sconfiggere Donald Trump e far sì che l’America continui a muoversi nella giusta direzione”, ha detto Durbin. “Farò tutto ciò che è in mio potere per contribuire”.
Cedric Richmond, co-presidente della campagna elettorale di Biden, ha dichiarato alla Cnn che Biden ha fatto la cosa giusta appoggiando Kamala Harris dopo aver ritirato la candidatura. “L’ha scelta come sua compagna di corsa. Ha avuto la possibilità di vedere quanto è intelligente, quanto è tenace, quanto è brava”, ha sottolineato Richmond. Nei prossimi giorni la campagna dovrà “capire” esattamente come procedere, ma Richmond ha già detto che lavorerà per sostenere Harris. “Joe Biden, nella storia della sua carriera, ha sempre messo al primo posto il Paese. Questo ne è un altro esempio”, ha concluso.
Cosa succede ora
La decisione di Biden segue settimane di pressioni subite dall’inquilino della Casa bianca perché si ritirasse dalla corsa contro il suo predecessore Donald Trump. La mossa ora lascia tutto alla Convention nazionale del Partito Democratico prevista il 19 agosto a Chicago.
Sono quasi 4.000 i delegati democratici che si riuniranno il mese prossimo all’evento. Il 95 per cento di loro si erano già espressi a sostegno di Biden dopo le primarie vinte praticamente senza sfidanti. Ora invece dovranno scegliere un altro candidato e la vicepresidente Kamala Harris è certamente una delle favorite per sostituire l’inquilino della Casa bianca il 5 novembre, anche grazie al suo endorsement e alla possibilità di usufruire dei fondi già raccolti per la campagna di Biden.
È la prima volta in oltre 50 anni che un presidente ritira la candidatura per la rielezione. L’ultimo caso risale al 1968 quando Lyndon Johnson decise di non ricandidarsi. Anche allora la successiva Convention democratica si tenne a Chicago e fu sconvolta dalle proteste contro la guerra in Vietnam e dalla reazione violenta della polizia contro i manifestanti.