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    Usa, donna chiama la Polizia e il vicesceriffo le spara: arrestato e licenziato. Il video che lo inchioda

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 23 Lug. 2024 alle 11:13

    In Illinois, nel Midwest degli Stati Uniti, una donna di 36 anni disarmata è stata uccisa in casa da un agente della Polizia che lei stessa aveva allertato, temendo che qualcuno avesse tentato di entrare nell’abitazione. Il poliziotto le ha sparato contro tre colpi di pistola.

    L’omicidio è avvenuto lo scorso 6 luglio a Springfield, nella contea di Sangamon. Ieri, lunedì 22 luglio, la Polizia di Stato dell’Illinois ha reso pubblici i filmati delle bodycam del poliziotto che ha sparato e del collega che era intervenuto con lui sul posto.

    La vittima si chiamava Sonya Massey, cittadina afroamericana con problemi di salute mentale. A ucciderla è stato il vicesceriffo Sean Grayson, 30 anni, arrestato con tre capi d’accusa (omicidio di primo grado, aggressione aggravata con arma da fuoco e cattiva condotta ufficiale). La Polizia dell’Illinois lo ha licenziato. L’uomo si professa innocente, ma i filmati delle bodycam lo inchiodano.

    Lo scorso 6 luglio, verso mezzanotte, Massey ha chiamato il 911 per segnalare un possibile “intruso” nella sua casa. Nei video – della durata complessiva di 36 minuti – si vedono Grayson e l’altro vicesceriffo che arrivano all’abitazione. Inizialmente i due parlano con calma con la donna.

    A un certo punto, la donna va ai fornelli per spegnere i fornelli, su cui stava riscaldando una pentola di acqua bollente. Massey prende la pentola e il collega di Grasey fa un passo indietro dicendo “Lontano dalla tua acqua bollente e fumante”.

    “Ti rimprovero nel nome di Gesù”, risponde la donna. “Eh?” dice il vice. “Ti rimprovero nel nome di Gesù”, ripete Massey. “Meglio di no, cazzo, altrimenti giuro su Dio che ti sparo in quella cazzo di faccia”, dice Grayson.

    Il vicesceriffo poi lui estrae la pistola e la punta contro la 36enne, che si abbassa dicendo “Mi dispiace” mentre solleva la pentola. “Butta giù quella fottuta pentola!”, urlano entrambi i poliziotti.

    A quel punto si sentono tre spari, seguiti da qualche secondo di silenzio. Uno dei due vicesceriffi dice “Colpi sparati” e chiama i servizi medici di emergenza.

    “Amico, non ho intenzione di prendere dell’acqua bollente sulla testa del cazzo. E, guarda, è arrivata dritta ai nostri piedi, anche”, dice Grayson. Pochi minuti dopo la sparatoria, il poliziotto parla con un altro membro delle forze dell’ordine arrivate sul posto: “Aveva acqua bollente e mi ha attaccato con acqua bollente”, dice. “Ha detto che mi avrebbe rimproverato nel nome di Gesù e mi ha attaccato con acqua bollente”.

    Secondo i documenti di accusa, il vicesceriffo ha attivato la sua bodycam solo dopo aver sparato mortalmente a Massey, mentre l’altro vice aveva attivato la sua al momento dell’arrivo sul posto.

    Dai video emerge che Grayson, dopo aver ucciso la donna, che dice al suo collega che la donna non ha bisogno di cure mediche poiché è già morta. L’altro vice dice che andrà a prendere un kit medico e l’autore dell’omicidio risponde: “Nah, è fatta. Puoi andare a prenderlo, ma è un colpo alla testa”.

    Poi è Grayson ad andare in auto per prendere il kit sanitario. Quando rientra in casa, chiede al collega se c’è qualcosa che può fare, ma gli viene detto di no. “Va bene, allora non sprecherò nemmeno le mie medicine”, dice Grayson. Poi il poliziotto esce dall’abitazione e parla con un gruppo di ufficiali: “Sì, sto bene, questa fottuta t*tta è pazza”, dice.

    In una conferenza stampa di lunedì pomeriggio, l’avvocato per i diritti civili Ben Crump, che rappresenta la famiglia di Massey, ha collegato la morte della donna ad altri casi di violenza della Polizia contro persone di colore negli Stati Uniti.

    Secondo il legale, Massey aveva problemi di salute mentale ma non era aggressivo nei confronti degli sceriffi: “Aveva bisogno di una mano, non di una pallottola in faccia”, ha detto Crump.

    Il padre della vittima, James Wilburn, ha affermato di aver ricevuto informazioni contrastanti dalle forze dell’ordine. “Ero convinto che un ladro fosse entrato e avesse ucciso mia figlia”, ha riferito l’uomo durante la conferenza stampa di lunedì. “Non hanno mai detto che era stata una sparatoria con il coinvolgimento di un vice finché mio fratello non l’ha letto su Internet”.

    “Ci hanno fatto credere che l’intruso, o qualcuno del quartiere, potesse averla uccisa. Siamo rimasti assolutamente scioccati nello scoprire che è stato un vicesceriffo a spararle”, ha ripetuto l’uomo, intervistato dalla Cnn.

    Dopo la sparatoria, le autorità locali e statali hanno definito quello del vicesceriffo un uso ingiustificato della forza: l’indagine della Polizia dello Stato dell’Illinois sulla sparatoria “non supporta la conclusione che Grayson fosse giustificato nel suo uso della forza letale”, ha affermato il procuratore distrettuale per la contea, John Milhiser, in un comunicato stampa del 17 luglio.

    L’Ufficio dello sceriffo ha intanto fatto sapere di aver licenziato Grayson: “È chiaro che il vice non ha agito come addestrato o in conformità con i nostri standard”, ha affermato l’Ufficio.

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