Clint Buffington è un ventinovenne statunitense, e il suo hobby non è certo tra i più diffusi, nonostante sia sicuramente molto curioso: non tutti, infatti, possono dire di aver raccolto ben 83 messaggi in bottiglia nella propria vita.
Tutto cominciò quando Buffington era in vacanza su un’isola dei Caraibi nel 2007, quando aveva ventidue anni, e stava perlustrando la spiaggia in cerca di tutt’altro: conchiglie, denti di squalo e simili, fino a quando una bottiglia verde con un turacciolo ancora al suo posto colpì la sua attenzione.
Quando poi si rese conto che all’interno c’era un foglio di carta con su scritto qualcosa, gli sembrò improvvisamente di essere catapultato in un film d’avventura, e da quel momento cominciò la sua fascinazione per questo genere di oggetti misteriosi.
Come ha raccontato al sito Vox, Buffington tornò negli Stati Uniti e cerco di decifrare quello che qualcuno aveva scritto su quel foglio, ormai piuttosto danneggiato dal tempo passato in mare. Alla fine, riuscì a ricostruire il messaggio, che recitava:
“Carol e Ed Meyers hanno celebrato il loro primo anniversario di matrimonio al Sanderling Inn Resort il 14 febbraio 1999. Si sono sposati il giorno di San Valentino 1998 a Fredericksburg, Virginia, Stati Uniti d’America. Inclusa in questo messaggio c’è un po’ della nostra torta nuziale.
Pace e amore a te,
Ti auguriamo tanta felicità
Ed Meyers, Carol Meyers”
Qui il messaggio originale:
(Credit: Message In A Bottle Hunter. L’articolo prosegue in basso)
Vista la scarsa diffusione dei social network a quell’epoca, gli sforzi di Buffington per ritrovare la coppia e avvisarli della scoperta furono vani per un anno intero, ma alla fine contattò Cathy Dyson, una reporter di un giornale locale, che pubblicò un articolo al riguardo che arrivò finalmente agli occhi dei Meyers.
Questi si premurarono quindi di scrivere una mail a Clint, dicendosi entusiasti della scoperta, e confermando di aver scritto quel messaggio ben otto anni prima. Eccola:
Da quel momento, la ricerca di messaggi in bottiglia diventò per il giovane un hobby vero e proprio, e da allora gli è capitato ben 83 volte di trovarne, e in molti casi è riuscito, anche grazie a un sito da lui creato dedicato al tema, a rintracciare molti mittenti.
Come ha detto a Vox, “alcune persone inviano lettere d’amore in bottiglia, hanno solo bisogno di tirarsi fuori qualcosa da dentro e andare avanti. Altri inviano messaggi solo per divertimento, dalle navi da crociera o in vacanze su un’isola. Alcuni inviano messaggi anche per commemorare una persona cara scomparsa”. Gli è capitato addirittura di trovare bottiglie con delle ceneri al loro interno, per “persone che avrebbero voluto viaggiare”.
Una delle storie più assurde che gli sono capitate riguarda una bottiglia di Coca Cola con all’interno il messaggio “Inviare al 419 Ocean Boulevard e riceverete un premio di 150 dollari. Dal proprietario del Beachcomber Motel”.
Attraverso il numero di serie della bottiglia ha capito che risaliva agli anni Settanta, e ha poi rintracciato il motel scoprendo che il proprietario era morto, ma che sua figlia lo gestiva ancora.
Buffington è quindi partito alla volta del New Hampshire per riconsegnare personalmente la lettera, decisamente commossa al momento dell’incontro, che ha riconosciuto la scrittura del padre defunto tempo prima.
I messaggi in bottiglia però non sono solo un modo per dire qualcosa di personale, ma anche una tecnica usata dagli studiosi del mare per capire meglio le correnti marine: sarebbero circa 500mila i messaggi inviati nel corso degli anni dagli oceanografi, alcune risalenti anche all’Ottocento.
(Una mappa delle correnti oceaniche. Credit: Vox)
Anche Buffington ha studiato queste correnti per capire meglio dove trovare i suoi bottini, dichiarando: “Se siete a caccia di bottiglie sulla costa nord occidentale degli Stati Uniti, è probabile che troverete quelle provenienti dalle isole del Pacifico e dall’Asia; se cercate sulla costa atlantica degli Stati Uniti, troverete bottiglie dall’Inghilterra e dall’America Centrale.
Da bambino, Buffington aveva il sogno iperbolico di “conoscere tutte le persone del mondo”. Oggi, per lui, raccogliere bottiglie è un po’ un modo per realizzare quel sogno: “Non lascerò che siano la politica, i social media o gli algoritmi a determinare chi sono i miei amici. Non vivere in un mondo pieno di sconosciuti è tutto quello che voglio”.
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