Un cittadino tedesco è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso due bambini lo scorso anno, incluso un rifugiato di quattro anni che aveva rapito dal principale centro di registrazione di Berlino.
L’uomo, Silvio S., aveva confessato di aver rapito, abusato sessualmente e ucciso Mohamed Januzi, un bambino bosniaco che era arrivato in Germania insieme alla famiglia in cerca di asilo.
Aveva anche ammesso di aver rapito un bambino di sei anni di nome Elias nei pressi della sua abitazione di Potsdam e di averlo ucciso a luglio del 2015. La scomparsa del bambino aveva attirato l’attenzione dei media tedeschi.
Il tribunale di Potsdam ha rilevato che il 33enne ha agito in maniera estremamente crudele nei confronti dei due bambini e non ha concesso la libertà vigilata dopo 15 anni di reclusione a causa della gravità del crimine commesso.
Tuttavia, il giudice non aveva disposto la custodia cautelare, non ritenendo evidentemente che l’uomo rappresentasse un pericolo per la pubblica sicurezza e affidandosi alla consulenza di un esperto che aveva dichiarato che l’uomo non era incline a reiterare il crimine.
Nel corso del processo, Silvio S. non aveva proferito parola ma aveva espresso il proprio rimorso ai parenti delle vittime in una breve dichiarazione.
“Non ci sono parole al mondo per descrivere quanto mi dispiace. Se potesse tornare indietro e cancellare quello che ho fatto, lo farei. Non posso perdonarmelo”, avrebbe detto secondo quanto riferito dai media tedeschi.
Quando martedì 26 luglio 2016 è stata letta la sentenza, l’uomo ha pianto scuotendo la testa.
Il bambino bosniaco era scomparso il primo ottobre mentre aspettava fuori dal centro di registrazione insieme alla madre e a due fratelli.
Silvio S. fu arrestato alla fine del mese dopo che la madre aveva riferito alla polizia che il figlio le aveva confessato di essere coinvolto. Il corpo del bambino era stato poi ritrovato nel suo bagagliaio.
L’uomo aveva poi confessato di aver portato Mohamed nel suo appartamento e di averne abusato sessualmente. L’aveva strangolato il mattino dopo perché il bambino continuava a piangere. Durante l’interrogatorio, Silvio S. aveva quindi confessato anche l’assassinio di Elias.
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