Negli Stati Uniti, un sondaggio nazionale sulle vittime dei crimini ha rivelato lo scorso anno un dato inaspettato. L’indagine, condotta su 40 mila famiglie americane, ha rilevato che il 38 per cento dei casi di violenza sessuale sono avvenuti contro gli uomini.
Il dato sembra allarmante se si considera che negli anni precedenti i casi di stupro e violenza sessuale contro gli uomini si collocavano tra il 5 e il 14 per cento. Eppure, come ha chiarito il Bureau of justice statistics (Bjs) – l’agenzia federale che ha redatto il rapporto – non si tratta di un errore.
L’incredibile aumento delle denunce si spiega forse con la pubblicità che circonda Jerry Sandusky e lo scandalo degli abusi sessuali su minori “Penn State”. Nel 2011 Sandusky, ex allenatore di calcio della Pennsylvania State University, è stato portato in tribunale con 52 capi di imputazione per molestie su minori risalenti agli anni dal 1994 al 2009.
La rivista Slate ha riportato la notizia citando il sondaggio e ha fatto riferimento alle ricerche di Lara Stemple, che collabora al Progetto Salute e Diritti Umani presso l’Università della California. La ricercatrice, che ha lavorato in precedenza alla riforma delle carceri americane, sa che la prigione è un luogo dove la violenza sessuale contro gli uomini è routine, ma non viene conteggiata nelle statistiche nazionali generali. Ha dunque iniziato a svolgere indagini per spiegare il motivo di questo dato. Il risultato delle sue ricerche è stato pubblicato il 17 aprile nel rapporto “La vittimizzazione sessuale degli uomini in America: i nuovi dati sfidano le vecchie ipotesi”.
Nelle sue indagini, Lara Stample ha incluso una nuova categoria di stupro, che comprende le vittime che sono state costrette a penetrare qualcun altro con proprie parti del corpo, sia con la coercizione fisica, sia quando la vittima era ubriaca o altrimenti incapace di prestare consenso. Quando sono stati presi in considerazione questi casi, i tassi di stupro di uomini e donne si sono sostanzialmente equiparati, con 1 milione e 270 mila donne e 1 milione e 267 mila uomini che affermano di essere state vittime di violenza sessuale.
Lara Stample sostiene che “l’esperienza di uomini e donne sia molto più vicina di quanto chiunque di noi si aspetterebbe”. Tuttavia ci sono alcuni fattori che determinano percezioni errate circa la vittimizzazione sessuale degli uomini: la dipendenza dalle stereotipi di genere tradizionali, definizioni obsolete e incoerenti circa cosa debba intendersi per stupro, ma anche pregiudizi in campo metodologico che escludono i detenuti dalle statistiche.
Il perseguimento di crimini sessuali contro gli uomini è ancora raro, ma come mostrano i dati le norme di genere si stanno allargando in un modo che permette agli uomini di identificarsi come vulnerabili e denunciare. Per questo, secondo la ricercatrice, abbiamo bisogno di “ripensare completamente le nostre ipotesi sulla vittimizzazione sessuale”, e in particolare il nostro modello per cui gli uomini sono sempre gli autori e le donne sempre le vittime. Una recente analisi dei dati del Bjs, infatti, ha rivelato che il 46 per cento degli uomini che si sono dichiarati vittime di violenza sessuale, sono stati stuprati da una donna.
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