Gli ultimi dati dell’Office for National Statistics (Ons) del Regno Unito mostrano che gli uomini tra i 40 e i 60 anni hanno il doppio delle probabilità di suicidarsi rispetto alle donne.
Nel 2013, il 78 per cento dei 6.233 suicidi registrati nel Regno Unito sono stati commessi da uomini. L’Ons riporta una frequenza di 19 morti ogni 100mila persone, la più alta dal 2001.
Questa fotografia dell’insoddisfazione maschile risiede, secondo Tom Burnham del Telegraph, nel senso di inadeguatezza che gli uomini provano nei legami familiari. I padri sono meno vicini alla famiglia e agli affetti rispetto alle madri, scrive Burnham.
Anche Burnham a 50 anni si è fermato a riflettere: “Ho una vita? Spesso penso di non averne una che valga molto. Come marito e padre, dovrei avere il totale controllo della situazione. Ma non è così. Molto più spesso mi sento inadeguato, pur non avendo mai pensato al suicidio”.
“Gli uomini che vivono la dimensione familiare come troppo distaccata dal lavoro percepiscono il loro ruolo di padri e mariti come una ‘recita’”, commenta Burnham.
Non è una novità che gli uomini ricorrano al suicidio più delle donne: nel 1981 il totale dei suicidi maschili era il doppio rispetto a quello femminile – rispettivamente 63 e 37 per cento, ma oggi questo dato raggiunge quasi il quadruplo.
Il numero dei casi totali nel Regno Unito è aumentato trasversalmente nel 2013, ma per la prima volta il gruppo demografico con il più alto tasso di suicidi è quello degli uomini tra i 45 e i 59 anni, con 25 morti ogni 100mila abitanti.
Leggi l'articolo originale su TPI.it