In segno di solidarietà con le donne afghane, il 5 marzo un gruppo di uomini è sceso per le strade della capitale afghana, Kabul, indossando il burqa.
I manifestanti sono membri dell’associazione Afghan Peace Volunteers e hanno organizzato la marcia per denunciare le discriminazioni e le violenze subite dalle donne afghane, in previsione della Giornata Internazionale delle Donne l’8 marzo.
“Non dire a una donna cosa indossare, piuttosto copriti gli occhi”, recitava il cartello retto da alcuni manifestanti.
“Uno dei modi migliori per capire come si sentano le donne è camminare con addosso un burqa”, ha spiegato Basir, uno degli organizzatori della manifestazione.
Il burqa era stato imposto dai Talebani negli anni ’90 ed è ancora comune in gran parte dell’Afghanistan, in particolar modo nelle aree rurali.
L’indumento copre la donna dalla testa ai piedi, lasciando intravedere solo gli occhi attraverso una rete. È considerato da molti il simbolo di oppressione per eccellenza, ma è stato anche rivendicato da alcune donne come una libera scelta e come un indumento dal forte valore identitario.
“Mio marito e mio figlio mi dicono di togliere il burqa”, ha detto alla Reuters Bibi Gul, una passante che osservava la marcia degli attivisti. “Ma l’ho usato per 35 anni e mi sono abituata”.
La manifestazione degli uomini con il burqa non è stata accolta con favore a Kabul.
Alcuni passanti l’hanno definita “un’invenzione occidentale” e hanno difeso l’uso del burqa, sottolineando che non permetterebbero mai alle loro donne di uscire senza. Un’altra passante, una ragazza di 16 anni, ha invece spiegato che la trovava una marcia inutile perché “non dovrebbero essere gli uomini a difendere i diritti delle donne”.
Nonostante i progressi ottenuti dopo la caduta dei Talebani, l’Afghanistan continua ad essere uno dei Paesi al mondo in cui è più pericoloso essere una donna.
E con il ritiro delle truppe statunitensi, previsto per la fine del 2016, molti temono che i gruppi fondamentalisti assumano sempre più potere e che i diritti delle donne saranno i primi ad essere compromessi e dimenticati.