Il premier ungherese Viktor Orbán ha perso la sua battaglia contro l’Unione Europea. La Corte costituzionale dell’Ungheria ha infatti rigettato la mozione-ricorso sul tema dell’immigrazione contro la Corte di giustizia europea presentata dalla ministra della Giustizia, Judit Varga. Il tribunale ha emesso una sentenza secondo la quale la giustizia magiara non ha un primato sul diritto europeo.
Secondo la sentenza la superiorità può sussistere solo in casi eccezionali, come la mancanza di una precisa normativa giuridica degli organi Ue su un determinato tema. Non è però il caso di Orbán e della sua potente ministra: la Corte europea aveva inflitto al Paese una condanna per aver infranto leggi europee sulla protezione di migranti, respingendoli sistematicamente in Serbia. Il ricorso contro questa condanna è stato respinto. “Non siamo in grado di contestare la decisione della corte europea”, hanno concluso i giudici supremi ungheresi.
Viktor Orbán aveva annunciato che, in qualsiasi caso, il suo governo si sarebbe adeguato al verdetto della Corte costituzionale. I giudici magiari, però, non hanno formulato un verdetto preciso sul tema dei migranti. SI sono pronunciati solo sul fatto che il verdetto della Corte Ue sul tema non può essere contestato.
La decisione rappresenta un duro colpo per il presidente ungherese. Ad aprile Orbán affronterà le elezioni contro un fronte delle opposizioni unito e deciso nell’impedire la sua riconferma. L’Ungheria è uno dei pochi paesi a non essere stato invitato al vertice mondiale sulla democrazia in corso a Washington. Gli Stati Uniti hanno deciso di non invitare Budapest per i limiti imposti alla libertà di stampa, per metodi autoritari del governo e per le restrizione introdotte per la comunità Lgbtq e alle altre minoranze.