Il Teatro dell’opera dello Stato ungherese ha cancellato 15 spettacoli del musical Billy Elliot dopo che la vendita dei biglietti è diminuita a causa della campagna mediatica portata avanti dai media vicini al governo “illiberale” di Viktor Orban.
Il musical è stato accusato di essere uno strumento di propaganda per l’omosessualità.
“Come sapete, la campagna delle recenti settimane contro la produzione di Billy Elliot ha provocato un calo drastico nella vendita dei biglietti”, ha dichiarato il direttore del Teatro dell’Opera, Szilveszter Ókovács, in un’intervista al sito web indipendente 444.hu.
“Per questa ragione stiamo cancellando 15 spettacoli in conformità con le decisioni della direzione”.
Il musical si basa sull’omonimo film del 2000, che racconta la storia di un ragazzo che cresce in una città mineraria del nord del Reno Unito negli anni Ottanta e lascia la boxe per dedicarsi alla sua vera passione, la danza.
In un editoriale del giornale Magyar Idők si legge che la storia “può far sì che i bambini diventino gay”. L’articolo inoltre suggeriva che il musical promuove un “modello di vita deviante” che va contro i bisogni demografici del paese.
“La propagazione dell’omosessualità non può essere un obiettivo nazionale quando la popolazione diventa sempre più anziana e diminuisce, e quando il nostro paese è minacciato dall’invasione”, si legge nel giornale ungherese.
L’articolo suggerisce anche che se il direttore del Teatro dell’Opera non è in grado di eliminare certe scene dalla produzione, lo spettacolo dovrebbe essere vietato.
Rispondendo sempre sul Magyar Idők, Ókovács ha dichiarato che “mostrando qualcosa che rappresenta un fatto della vita ormai indiscutibile non significa cercare di diffonderlo. Uno non può essere gay e conservatore allo stesso tempo”.
Il direttore ha anche fatto presente che l’unico personaggio gay nel copione originale non è stato incluso nella produzione ungherese.
Il Teatro dell’Opera ungherese ha già presentato 90 volte lo spettacolo di Billy Elliot con un pubblico che ha superato le 100mila persone dal 2016, ma il prezzo dei biglietti per le date rimanenti sono stati dimezzati.
Forte della sua terza vittoria consecutiva alle elezioni di aprile, Orban ha raddoppiato gli sforzi per portare avanti il suo piano per imporre uno “Stato illiberale” limitando l’indipendenza dei giudici e le libertà concesse alle Ong.
Il premier si è anche schierato contro le istituzioni indipendenti come l’Accademia di scienze e l’Università europea.
Il giornale di destra vicino a Orban, Figyelő, ha pubblicato una lista di ricercatori dell’università, accusandoli di lavorare per “i diritti dei gay e la scienza gender”.
Il governo ungherese ha anche approvato la “legge anti-Soros” che punisce con un anno di carcere le Ong e tutti coloro che aiutano gli immigrati.
Inoltre, è stata anche approvata una modifica della Costituzione per evitare che i paesi europei possano trasferire in Ungheria i richiedenti asilo, in aperta sfida alla politica comunitaria in tema di immigrazione.
L’emendamento è stato approvato con 159 sì e 5 voti contrari e rende più difficile ottenere il riconoscimento del diritto d’asilo.
Leggi l'articolo originale su TPI.it