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    L’Ungheria comincia ad arrestare i migranti che entrano illegalmente

    Oggi è entrata in vigore la legge che prevede la carcerazione fino a 3 anni per chiunque entri illegalmente in Ungheria. 9380 persone hanno varcato il confine nella notte

    Di TPI
    Pubblicato il 15 Set. 2015 alle 10:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:43

    A mezzanotte è entrata in vigore in Ungheria la nuova legge in materia di immigrazione, che prevede la carcerazione fino a 3 anni per chiunque entri nel Paese in maniera illegale. Secondo i dati forniti dalla polizia, questa notte hanno varcato il confine con la Serbia già 9.380 migranti e 16 di essi sono stati arrestati, mentre centinaia di rifugiati hanno dormito vicino alla frontiera.

    Per i profughi rimangono aperti due varchi di accesso al Paese, dove saranno costretti a registrarsi per poter entrare in maniera legale e nel rispetto del trattato di DublinoIl trattato – ratificato dai Paesi membri dell’Unione europea più Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera – obbliga i richiedenti asilo a presentare domanda nel primo stato europeo in cui approdano, senza poterla reiterare in altri stati.

    Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha chiarito che chi arriverà dalla Serbia senza aver fatto domanda di asilo lì, sarà immediatamente espulso.

    Ieri è stata completata la barriera di filo spinato di 175 km che dividerà l’Ungheria dalla Serbia, ed è stata bloccata la linea ferroviaria maggiormente utilizzata dai migranti per varcare il confine.


    Secondo le autorità ungheresi, sono più di 190mila i rifugiati che sono entrati nel territorio ungherese dall’inizio dell’anno e più di 9mila nella notte tra lunedì e martedì.


    Nella giornata di ieri, il vertice tra i ministri dell’Interno dell’Ue, che si è tenuto per affrontare lo stato d’emergenza, non è arrivato a una soluzione definitiva riguardo alle quote di migranti da distribuire nei Paesi dell’eurozona. Gli unici punti stabiliti durante l’incontro a Bruxelles hanno riguardato l’avvio di una nuova fase della missione nel Mediterraneo contro gli scafisti e il ricollocamento di 40mila profughi nel continente.

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