Si celebrerà il 15 maggio il 66esimo anniversario della Nakba, la “catastrofe”, cioè l’espulsione degli arabi palestinesi dalle proprie terre durante la guerra d’indipendenza israeliana.
Per ricostruire la memoria di quei territori, un’organizzazione di Tel Aviv, Zochrot – che significa, appunto, “ricordare” –, ha pensato alla creazione di un’app: iNakba.
Permetterà di individuare ogni villaggio arabo abbandonato o distrutto in quegli anni, su una mappa interattiva, conoscerne la storia (tra cui, in molti casi, la presenza ebraica che l’ha sostituito), e aggiungere foto, commenti e dati.
La forza del progetto sta nell’usare lo strumento della ricostruzione storica declinato nel più moderno dei device. La missione che l’associazione si pone è annullare la cancellazione e le narrazioni nutrite da negazione e propaganda. I fatti di base sono difficilmente contestabili, sebbene i numeri continuino a essere controversi –– nell’arco di quegli anni ci sarebbero stati infatti più di 700 mila profughi dai confini israeliani, e tra i 400 e i 500 i villaggi arabi cancellati, spopolati, occupati, rinominati.
L’iniziativa di Zochrot – che si occupava di tour tematici in questi territori già prima di ideare l’applicazione – arriva in una fase di nuovo complicata, per la storia della regione. La rinnovata pace tra Olp e Hamas ha portato la diplomazia di Tel Aviv alla decisione di sospendere i negoziati, che già stentavano a decollare. Il gabinetto ristretto di Netanyahu ha ora anche inasprito le sanzioni economiche contro l’Autorità Nazionale Palestinese
Il primo ministro israeliano, nel frattempo, sta anche insistendo per istituire una nuova legge Fondamentale – così è chiamata l’impalcatura normativa che supplisce alla costituzione –, che “definisca Israele, come ‘Stato Nazionale del popolo ebraico’”. Netanyahu lo ha ribadito proprio da Viale Rothschild a Tel Aviv dove, il 15 maggio 1948, Ben Gurion annunciò la nascita dello stato di Israele.
L’iniziativa è particolarmente insidiosa e arriva in una fase in cui il paese sta subendo il ritorno delle violenze dell’ala ultranazionalista contro la minoranza araba (profanazioni di chiese e moschee, attacchi contro campi e beni palestinesi, minacce, intimidazioni).
Alcuni israeliani hanno accolto positivamente la nuova app per iPhone. “Noi abbiamo solo da guadagnare nel conoscere la storia palestinese”, hanno commentato, convinti che la consapevolezza e la memoria siano l’unica speranza per avviare un processo di pace.