Quattro colossi dell’abbigliamento sono accusati di “occultamento di crimini contro l’umanità” a proposito dello sfruttamento del lavoro degli uiguri, in Cina. L’inchiesta, nata dalla denuncia dall’associazione anticorruzione Sherpa, insieme al collettivo Ethique sur l’ètiquette, e all’Istituto Uiguro d’Europa (IODE) è stata aperta dalla giustizia francese.
Tra i marchi oggetto dell’inchiesta ci sono Uniqlo France, del gruppo giapponese Fast Retailing, ma anche le Inditex (proprietarie dei marchi Zara, Bershka, Massimo Dutti), SMCP (tra cui Sandro, Maje, de Fursac) e il produttore di scarpe sportive Skechers.
Raphael Glucksmann, l’europarlamentare francese che si batte contro le violazioni dei diritti umani in Cina, ha lodato l’iniziativa dei magistrati. “Le multinazionali sono state a lungo al di sopra delle leggi. Mostreremo loro che il diritto si applica a tutti, anche ai più ricchi e potenti”, ha scritto in un tweet.
Gli uiguri sono una minoranza musulmana che vive nello Xinjang, una regione dove Pechino non ammette osservatori internazionali. Oltre tre milioni di uiguri sono oggi chiusi in campi di concentramento, che costituiscono il più grande sistema di detenzione di massa dalla Seconda guerra mondiale.
La Cina ha tentato di negarne l’esistenza, ma dopo la pubblicazione di prove e le pressioni internazionali ha dichiarato che si tratterebbe di semplici “centri di formazione”. Inoltre, come dimostrato dall’Associated Press, contro gli uiguri è in corso una sorta di “genocidio demografico” con severi controlli delle nascite e sterilizzazione forzata delle donne.
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