Ue: von der Leyen presenta il piano su migranti e asilo
La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato l’attesissimo piano Ue su migranti e asilo. Il pacchetto è stato introdotto da un discorso della stessa von der Leyen che ha dichiarato: “È tempo di gestire le migrazioni insieme, con un nuovo equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Il vecchio sistema di gestione non funziona più. Questo è un nuovo inizio per l’Ue. Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione”.
“Questo pacchetto complesso riflette un ragionevole equilibrio: condividiamo tutti i benefici, condividiamo tutti il fardello. L’Ue ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti. Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col un nuovo equilibrio tra solidarietà e responsabilità” ha aggiunto la presidente della commissione europea. Il piano, che è stato presentato nel dettaglio dal vicepresidente Margaritis Schinas e dalla commissaria Ue, Ylva Johansson, non prevede i ricollocamenti obbligatori, così come richiesto dall’Italia, ma si regge fondamentalmente su tre pilastri.
Frontiera integrata e screening pre-ingresso
Prima di tutto, la Commissione propone di introdurre “una procedura di frontiera integrata”, che “per la prima volta comprende uno screening pre-ingresso che copra l’identificazione di tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’Ue senza autorizzazione o che sono state sbarcate dopo un’operazione di ricerca e salvataggio”. Questo comporterà, secondo quanto si legge in una nota, “anche un controllo sanitario e di sicurezza, rilevamento delle impronte digitali e registrazione nella banca dati Eurodac”. Dopo lo screening, i migranti “potranno essere indirizzati nella giusta procedura, sia alla frontiera per determinate categorie”, sia “nell’ambito di una normale procedura di asilo” per chi chiede lo status di rifugiato. L’obiettivo, secondo la Commissione, è quello di prendere “decisioni rapide in materia di asilo o rimpatrio”.
Ricollocamenti o finanziamenti ai rimpatri
Il secondo pilastro si basa sui rapporti tra i singoli Stati Ue. Questi, infatti, saranno “tenuti ad agire in modo responsabile e solidale gli uni con gli altri. Ogni Stato membro, senza alcuna eccezione, deve agire in modo solidale nei periodi di stress per contribuire a stabilizzare il sistema generale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l’Unione adempia ai propri obblighi umanitari”. La Commissione dunque propone un “sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri”, che potranno optare per la “ricollocazione dei richiedenti asilo dal Paese di primo ingresso”, ma anche farsi carico del rimpatrio “di persone senza diritto di soggiorno” oppure offrire “varie forme di supporto operativo”. Anche il nuovo sistema, dunque, si basa, così come quello attualmente in vigore, su forme di sostegno su base volontaria anche se “nei momenti di pressione sui singoli Stati membri saranno richiesti contributi più rigorosi, sulla base di una rete di sicurezza” che consiste in “un meccanismo di solidarietà”, che coprirà “lo sbarco di persone a seguito di operazioni di ricerca e soccorso, pressioni, situazioni di crisi o altre circostanze specifiche”.
La collaborazione con i Paesi extra-Ue
Il terzo e ultimo pilastro si basa sulle partnership coi Paesi extra-Ue. Questi, infatti, “aiuteranno ad affrontare sfide condivise come il traffico di migranti”, ma anche a “a sviluppare percorsi legali” di ingresso nei Paesi Ue, garantendo “l’efficace attuazione degli accordi e delle disposizioni di rimpatrio”. Gli Stati membri Ue “agiranno in unità utilizzando un’ampia gamma di strumenti per sostenere la cooperazione con i Paesi terzi in materia di rimpatri”. Il nuovo piano della Commissione Ue ora dovrà essere approvato dagli Stati membri e, se non vi saranno intoppi, dovrebbe sostituire il regolamento di Dublino, che sostanzialmente prevede che i migranti possono fare richiesta di asilo nel primo stato Ue in cui approdano.
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