L’Unione europea ha vietato alle compagnie aeree bielorusse di accedere al suo spazio aereo e ha formalizzato nuove sanzioni economiche contro il regime del presidente Alexander Lukashenko. Lo rendono noto fonti diplomatiche europee. Il provvedimento, richiesto a fine maggio dai leader Ue, è stato legalmente ufficializzato oggi dai 27 Paesi membri. Il divieto, che riguarda principalmente la compagnia nazionale Belavia, dovrebbe entrare in vigore domani. Alle compagnie europee viene invece raccomandato di non sorvolare lo spazio aereo bielorusso.
La sanzione arriva in risposta al dirottamento, per mano delle autorità di Minsk, di un aereo della Ryanair che era in volo tra Atene a Vilnius per arrestare due dei passeggeri a bordo: il giornalista dissidente bielorusso Roman Protasevich e la sua compagna russa Sofia Sapega. Nei prossimi giorni verranno sanzioni anche i diretti responsabili del dirottamento.
I leader europei hanno approvato le pesanti azioni in linea con la proposta del presidente del Consiglio europeo e il testo è stato approvato molto rapidamente. Le misure restrittive si sono rese necessarie “perché le autorità bielorusse hanno messo in grave pericolo la sicurezza aerea e dei passeggeri a bordo”. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko “è già stato sanzionato nell’elenco precedente”, ricorda il funzionario Ue.
LA VICENDA
Domenica 23 maggio, il volo Ryanair FR4978, proveniente da Atene a diretto a Vilnius in Lituania, è stato intercettato, dirottato e scortato da un caccia bielorusso MIG-29 e fatto atterrare a Minsk. L’aereo è stato dirottato quando era quasi arrivato a destinazione, a poche decine di miglia dal confine lituano. Ufficialmente le autorità sono intervenute per un allarme bomba sul volo, all’aeroporto erano schierate unità dei pompieri e dei soccorsi pronte ad intervenire ufficialmente per motivi di sicurezza. Ma una volta atterrato gli agenti hanno fatto scendere dal Boing 737 e hanno fermato uno dei passeggeri, il giornalista e oppositore al regime bielorusso, Roman Protasevich. Il 26enne era stato catalogato come “terrorista” dalle autorità bielorusse.