L’Ue sanziona la Turchia per le trivellazioni illegali a Cipro
L’Ue ha annunciato sanzioni contro la Turchia dopo gli attacchi nel nord della Siria iniziati il 9 ottobre e lo fa partendo dalle trivelle. Lo hanno deciso oggi i 28 ministri degli affari esteri dell’Ue a Lussemburgo, concordando “l’istituzione di un regime quadro per misure restrittive nei confronti delle persone fisiche e giuridiche responsabili o coinvolte in attività di perforazione illegali” nel Mediterraneo. Spetterà ora a Lady Pesc Federica Mogherini quantificare le misure.
In una nota pubblicata oggi, il Consiglio europeo ha ribadito la propria “piena solidarietà a Cipro per quanto riguarda il rispetto della sua sovranità e dei suoi diritti sovrani conformemente al diritto internazionale”.
“Sulla base dei lavori preparatori già intrapresi – continua la nota – il Consiglio conviene che sia istituito un regime quadro di misure restrittive nei confronti delle persone fisiche e giuridiche responsabili o coinvolte nell’attività di trivellazione illegale alla ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo orientale e invita l’alto rappresentante e la Commissione a presentare rapidamente proposte in tal senso”.
Il Consiglio in pratica conferma le decisioni adottate lo scorso 15 luglio scorso e in particolare che la delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale devono essere trattate “in buona fede attraverso il dialogo e i negoziati, nel pieno rispetto del diritto internazionale e conformemente al principio di buone relazioni di vicinato”.
Erdogan non muta di un centimetro la sua strategia e punta a perforare nel blocco 7 dove operano Eni e Total. Azioni che hanno prodotto la reazione sdegnata del presidente cipriota, Nikos Anastasiades: “La posizione della Turchia è, in sostanza, una seconda invasione, questa volta della Zee della Repubblica di Cipro. Ciò che è necessario oggi è l’unità perché ci sono pericoli visibili”.