L’Unione europea chiede al presidente macedone di rivedere la sua decisione di bloccare la formazione di un nuovo governo che includa i partiti della minoranza albanese, incoraggiando i leader politici a fare un passo indietro nello scontro che rischia di inasprire l’attuale situazione del paese.
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Il presidente Gjorge Ivanov aveva rifiutato, mercoledì 1 marzo, di incaricare il leader dell’opposizione socialdemocratica Zoran Zaev di formare il governo.
Dopo aver incontrato Ivanov e altri leader politici a Skopje, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini ha chiesto a Ivanov di ripensare alla sua scelta. Poche ore prima la Russia aveva criticato l’accordo della coalizione che potrebbe andare al governo.
“Ho chiesto al presidente di riflettere e rivedere la sua decisione nell’interesse di tutti i cittadini”, ha dichiarato Mogherini in conferenza stampa.
Secondo l’Alto rappresentante Ue la Macedonia dovrebbe ridurre la retorica per evitare che questa crisi politica e istituzionale diventi un conflitto inter-etnico o, ancora peggio, “un conflitto geopolitico”.
I socialdemocratici guidati da Zaev hanno conquistato 49 seggi nelle elezioni del dicembre 2016, due in meno dei nazionalisti del Vmro-Dpmne il cui leader è Nikola Gruevski.
I risultati elettorali non hanno consentito a nessuno dei due partiti di formare un governo senza la minoranza albanese, che corrisponde a un terzo della popolazione totale del paese.
Il presidente Ivanov, nella mattinata di venerdì 3 marzo, ha respinto l’appello dell’Ue. “Il presidente ha fatto sapere di non poter affidare l’incarico a uno che negozia sulla base di una piattaforma di un paese straniero che viene utilizzata per ricattare la Macedonia”, secondo quanto riporta un comunicato della presidenza.
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