I ministri Nato si sono incontrati a Bruxelles la settimana scorsa per discutere fino a che punto l’Alleanza debba inviare attrezzature in Ucraina. Il problema principale infatti, finora è stato proprio come fornire sostegno militare per la difesa senza farsi trascinare in un conflitto e trovarsi in guerra con la Russia. Ciò non ha impedito al governo ucraino di continuare a chiedere esplicitamente l’aiuto dell’Alleanza, richiedendo urgentemente all’Occidente l’invio di armi come l’arma anticarro leggera di nuova generazione Javelin o i missili antiaerei Stinger e Starstreak, che si sono rivelati di enorme importanza finora all’Ucraina per rallentare l’avanzata delle forze nemiche. La Nato ha promesso l’invio di tutte queste armi. L’Ucraina però ne vuole di più.
Ad oggi oltre 30 Paesi occidentali hanno fornito aiuti militari per oltre un miliardo di euro dall’Europa e 1,7 miliardi di dollari dagli Stati Uniti, tra cui armi, munizioni e attrezzature di difesa come i sistemi missilistici anticarro a antiaerei. Ma il presidente Volodymyr Zelensky vuole anche carri armati, aerei da combattimento, droni e sistemi missilistici antiaerei avanzati per contrastare il crescente uso della Russia di razzi a lunga gittata e raid aerei che stanno esaurendo rapidamente le scorte strategiche di carburante dell’Ucraina e altre risorse essenziali. Come scrive il corrispondente esperto di sicurezza della BBC, Frank Gardner, “la Nato sta esitando a fornire queste armi essenziali per timore di un’escalation del conflitto, in cui la Russia potrebbe ricorrere all’uso di armi nucleari tattiche – i.e. a corto raggio – o che la guerra si espanda oltre i confini ucraini coinvolgendo l’Europa intera”. La posta in gioco dunque, è estremamente alta.
Ecco tre possibili scenari in cui potrebbe precipitare la guerra, trascinandosi dietro la Nato:
- Un missile antinave fornito dalla Nato viene sparato dalle forze ucraine a Odessa e colpisce una nave da guerra russa ancorata a largo del Mar Nero, affondandola e uccidendo 100 marinai e una decina di Marines. Un simile bilancio di vittime in un colpo solo rappresenterebbe un caso senza precedenti e Putin, spingendolo a rispondere con un attacco ugualmente efficace.
- Un missile strategico russo colpisce un convoglio di rifornimento che trasporta attrezzature militari mentre attraversa un Paese Nato, come la Polonia o la Slovacchia, per raggiungere l’Ucraina. Se le vittime fossero numerose dal lato Nato del confine, l’attacco potrebbe far scattare potenzialmente l’articolo 5 della costituzione Nato, portando l’intera Alleanza a difendere il Paese attaccato e a dichiarare guerra.
- Nel corso di duri combattimenti nel Donbass avviene un’esplosione presso un impianto industriale che provoca la diffusione di gas chimici tossici nell’aria. Pur essendosi già verificata quest’eventualità in Ucraina, non sono state riportate vittime. Ma qualora dovessero esserci vittime di massa come già avvenuto in Siria con l’uso di gas letale a Ghouta, e l’incidente fosse causato deliberatamente dalle forze russe, la Nato sarebbe obbligata a rispondere.
È perfettamente possibile che uno qualsiasi di questi tre scenari accada realmente. Secondo quanto riferito alla BBC da uno dei massimi esperti tra gli ufficiali militari britannici, che ha preferito restare anonimo, nonostante le nazioni occidentali abbiano finora dimostrato un grado di coesione senza precedenti di fronte all’invasione russa, potrebbe darsi che si stiano limitando a gestire la crisi reagendo di volta in volta alla Russia, invece di pensare fino in fondo a una vera e propria strategia per mettere fine al conflitto.