È in corso un’escalation in Moldavia dopo i tre attacchi avvenuti in meno di 24 ore nella regione separatista della Transnistria. L’ultimo è avvenuto nel villaggio di Mayak, dove alcune antenne della radio russa sono state fatte saltare in aria, come riporta l’agenzia Tass. La presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha convocato il consiglio di sicurezza, innalzando al livello rosso l’allerta terrorista.
Ad aumentare le tensioni sono gli SMS che i residenti continuano a ricevere dall’autoproclamata “Repubblica moldava della Transnistria” con avvertimenti su possibili “attacchi missilistici e di artiglieria” sui territori della “repubblica”. Il mittente dei messaggi sembrano essere le Forze Armate dell’Ucraina, ma secondo l’intelligence ucraina si tratta di “provocazioni” dei servizi speciali russi contro i due Paesi.
Il viceministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, non ha escluso che la Transinistria possa essere coinvolta nella guerra in Ucraina, in una potenziale escalation del conflitto di un altro Paese europeo, dichiarandosi “preoccupato” riguardo alle recente serie di esplosioni e dicendo che la Russia “vorrebbe evitare che la Transnistria venga trascinata nella guerra.”
Rivolgendosi ai giornalisti a Mosca, Rudenko ha detto che dietro alle esplosioni nella regione si celano “alcune forze” interessate a creare “un altro focolaio di tensioni in Europa”. Come riporta l’agenzia Ria Novosti citando il ministro, “la Russia condurrà un’indagine per garantire che i responsabili dietro a queste azioni siano puniti”.
Le dichiarazioni di Rudenko sono arrivate poco dopo l’incontro d’urgenza del consiglio di sicurezza tenuto ieri dopo gli incidenti su richiesta della presidente Sandu, secondo cui delle forze – non meglio specificate – dentro la Transnistria “favoreggiano la guerra e hanno interessi a destabilizzare la regione”.
La Transnistria, situata al confine con l’Ucraina occidentale, è controllata dai separatisti filo-russi e attualmente ospita circa 1.500 truppe di Mosca, oltre a grandi depositi d’armi.