L’esercito russo ha preso il controllo della centrale nucleare di Chernobyl il 24 febbraio scorso. Da allora, diversi soldati sono stati visti circolare senza protezioni a bordo dei loro veicoli corazzati sollevando enormi nubi radioattive dopo aver scavato trincee nella zona ad alto rischio di contaminazione nota come “Foresta Rossa”. Lo riferiscono all’agenzia Reuters due lavoratori della centrale, sottolineando che si è trattata di una mossa “suicida” per i soldati russi, i cui “corpi saranno molto probabilmente contaminati dalla nube radioattiva” sollevata da loro stessi. Il 27 febbraio, Valeria Seida, a capo dell’agenzia di stato ucraina per la gestione della zona di alienazione – anche nota come zona di Chernobyl – ha parlato di un aumento dei livelli di radiazione a Chernobyl come conseguenza degli spostamenti dei pesanti veicoli militari sul suolo.
Secondo le nuove informazioni citate dai media bielorussi e ucraini su quanto sta avvenendo a Chernobyl – impossibili da verificare al momento – alcuni dei soldati avrebbero lasciato l’area della centrale dopo aver presentato sintomi acuti da contaminazione nucleare per essere trasportati al Centro di ricerca nazionale per gli studi sulle radiazioni e l’ecologia umana in Bielorussia. L’indiscrezione è stata avvalorata ieri da un funzionario del ministero della Difesa degli Stati Uniti, secondo cui alcune forze russe si sarebbero ritirate dal sito nucleare di Chernobyl, ma è ancora “impossibile stabilire se ne siano andati tutti”. Intanto l’Agenzia internazionale per il nucleare ha dovuto riconoscere che le informazioni “ora ci arrivano dai militari russi” dopo che le centraline delle aree occupate non trasmettono più dati. Ad ogni modo, se fosse confermata la notizia che alcuni militari russi si sono ammalati per l’esposizione alle radiazioni di Chernobyl, si tratterebbe di un segnale molto allarmante.