L’Ucraina e gli Stati Uniti alle Nazioni Unite hanno accusato la Russia di deportazione forzata di 2,5 milioni di ucraini.
Gli ucraini sarebbero arrestati in diversi posti di blocco, dove vengono sottoposti a ripetuti interrogatori dalle forze russe, e in alcuni casi verrebbero spostati contro la loro volontà verso “regioni isolate e depresse della Siberia e dell’estremo oriente”. I bambini verrebbero separati dai loro genitori.
Linda Thomas-Greenfield, ambasciatore USA per le Nazioni Unite ha sostenuto che gli atti intimidatori e repressivi come quelli subiti dagli ucraini cui “sono stati catturati i dati biometrici, confiscati i documenti di identificazione e tagliati tutti i mezzi di comunicazione” e che “sono stati sottoposti a perquisizioni invasive e a interrogatori in circostanze disumane e degradanti” sarebbero avvenendo per preparare un’annessione.
L’accusa è stata formulata durante una riunione del Consiglio di Sicurezza chiamato dagli Stati Uniti e dall’Albania proprio sul tema dei sistemi di “filtraggio” delle forze russe.
L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha risposto alle accuse dicendo che “più di 3,7 milioni di ucraini, tra cui 600.000 bambini” – riporta Politico – “sono andati in Russia o nelle aree separatiste controllate dai russi nell’Ucraina orientale, ma non sono tenuti in prigione”. Secondo Nebenzia “Vivono liberamente e volontariamente in Russia, e nessuno impedisce loro di spostarsi o di lasciare il Paese. Le fermate ai posti di blocco sarebbero dovute a “una procedura di registrazione piuttosto che di filtraggio”.
Rosemary Di Carlo, capo politico per il peacebuilding dell’ONU, ha chiesto l’accesso delle Nazioni Unite agli ucraini che vivono nelle zone controllate dai russi e ha ribadito che il Comitato internazionale della Croce Rossa e la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina “devono avere accesso senza ostacoli a tutte le persone detenute in relazione alla guerra in corso. Incluso l’accesso ai luoghi di internamento dei prigionieri di guerra ucraini e dei detenuti nella Federazione Russa”, ha dichiarato. Entrambe le parti in conflitto devono rispettare pienamente i loro obblighi di diritto internazionale”.