Il dissidente politico russo Alexey Navalny ha accusato i soldati russi di aver ucciso un uomo nella cittadina ucraina di Bucha solo perché portava il suo stesso cognome. In una serie di Tweet, il principale oppositore del presidente Vladimir Putin ha dichiarato che il corpo dell’uomo ucciso è stato ritrovato a terra con accanto il suo passaporto, che riportava il nome Ilya Ivanovich Navalny, nato il 2 agosto 1961 a Zalissia – lo stesso villaggio dov’è nato il padre di Alexey, vicino alla centrale nucleare di Chernobyl.
“Tutto fa pensare che abbiano ucciso l’uomo per via del suo cognome”, ha detto Navalny. “Per questo il passaporto è stato lasciato ben in vista accanto al suo corpo. Una persona assolutamente innocente uccisa dai carnefici di Putin – come altro si possono chiamare? non di certo “soldati russi” – perché mio omonimo. A quanto pare, speravano fosse un mio parente”.
Secondo il Moscow Times, si sarebbe effettivamente trattato di “un cugino di Navalny, ritrovato in una fossa comune di Bucha, dove sono state commesse atrocità contro i cittadini dopo il ritiro dei soldati. Alcuni dei residenti sopravvissuti intervistati dal tabloid tedesco Bild, avrebbero invece assistito all’uccisione del loro vicino Ilya Navalny da parte dei soldati russi il 12 marzo.
Navalny è rinchiuso in carcere dal suo ritorno in Russia l’anno scorso dopo essersi ripreso da un tentato omicidio in cui è stato vittima di avvelenamento. Le accuse iniziali da parte del Cremlino nei suoi confronti sono state ritenute da molti osservatori ampiamente pretestuose. Il mese scorso, l’oppositore di Putin è stato condannato ad altri nove anni di carcere con l’accusa di frode, anch’essa motivata politicamente.