Ucraina: Kiev sotto le bombe, 70 missili sul paese. Zelensky: “Chiediamo riunione urgente Onu”
Continuano a cadere bombe sulle città e sulle infrastrutture ucraine, colpite dai raid russi che hanno nuovamente provocato blackout diffusi in tutto il paese.
In un discorso pubblicato su Telegram, Volodimir Zelensky ha ribadito che i cittadini continueranno a resistere agli attacchi, che nelle scorse settimane hanno dimezzato la capacità del sistema elettrico del paese. Il presidente ucraino ha anche dichiarato di aver chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dopo gli attacchi di oggi, seguiti al voto al parlamento europeo. “Oggi il parlamento europeo ha riconosciuto la Russia come uno stato terrorista”, ha detto Zelensky, affermando che la Russia “ha dimostrato che tutto questo è vero” lanciando missili “contro le nostre infrastrutture, la nostra rete energetica e la gente comune”.
“Sarà il peggior inverno dalla Seconda guerra mondiale”, ha previsto il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko, che oggi ha annunciato la sospensione delle forniture di acqua per i residenti della capitale.
Secondo le forze armate, Mosca oggi ha lanciato 70 missili di cui 51 sarebbero stati abbattuti dalla contraerea ucraina, assieme a cinque droni “kamikaze”. I bombardamenti hanno causato almeno sei vittime, di cui tre a Kiev, dove sono rimaste ferite nove persone, per un totale di 36 feriti in tutto il paese. Oltre alla capitale sono state colpite anche Leopoli, Kharkiv, Zhytomyr, Vinnytsia, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Odessa. Gli attacchi hanno provocato anche un “enorme” blackout nella vicina Moldavia, dove secondo il vice primo ministro Andrei Spinu la compagnia energetica statale è al lavoro per “ricollegare più del 50 percento del paese” alla rete elettrica.
Secondo la presidenza ucraina, il rischio di un blackout totale è “molto alto”. Il paese si dovrà preparare a uno degli “inverni più rigidi nella storia moderna del paese”, ha sottolineato Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino. Gli attacchi hanno già spinto la compagnia statale Energoatom a scollegare tre centrali nucleari, a causa dei cali di corrente. Interrotta anche la fornitura energetica alla centrale di Zaporizhzhia, in cui sono entrati in funzione i generatori a gasolio per garantire la sicurezza dei sistemi.