Uccisione Soleimani, a Teheran migliaia di cittadini in piazza contro Trump
Non accennano a placarsi le polemiche per l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, morto insieme ad altre sette persone nella notte all’aeroporto di Baghdad in seguito a un raid statunitense: a Teheran, da stamattina, sono in corso manifestazioni di protesta con migliaia di cittadini scesi in piazza contro le politiche di Donald Trump.
Tanti gli slogan scanditi dalla folla a Teheran: da “l’eroe Soleimani oggi è con Dio” a “Morte all’America e Israele”. I manifestanti hanno bruciato alcune bandiere statunitensi, mostrato dei ritratti del generale Soleimani e urlato contro quelli che definiscono i “crimini” degli Stati Uniti. Per tutta risposta il presidente americano, su Twitter, ha provocatoriamente postato la foto della bandiera statunitense.
Le strade del centro della capitale iraniana, ma anche quelle di altre città come Qom e Tabriz, sono dunque piene di manifestanti. Tra loro anche l’ayatollah Seyed Ahmad Khatami, guida della preghiera collettiva, che in un sermone ha affermato: “Gli americani in tutto il mondo non avranno più pace”. La guida della preghiera locale, Hassan Alidadi, ha affermato che l’uccisione di Soleimani porterà alla “fine della presenza militare Usa nella regione e alla vittoria finale del fronte della resistenza su Israele”.
Minacce, queste, che fanno il paio con quelle arrivate in mattinata da parte dei Pasdaran, le Guardie della rivoluzione iraniane: “Gli Usa – hanno fatto sapere – devono cominciare a ritirare le loro forze dalla regione islamica da oggi, o cominciare a comprare bare per i loro soldati”. L’ambasciata americana a Baghdad, sempre stamattina, ha sollecitato tutti i cittadini americani a “lasciare l’Iraq immediatamente, per via aerea dove possibile, altrimenti raggiungano altri Paesi via terra”.