Salvini sull’uccisione di Soleimani: “Grazie Trump, era pericoloso terrorista”
Non si è fatta attendere la reazione di Matteo Salvini alla notizia dell’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, morto insieme ad altre sette persone nella notte all’aeroporto di Baghdad in seguito a un raid statunitense.
Il segretario della Lega, in un comunicato, ha voluto ringraziare il presidente Usa Donald Trump: “Donne e uomini liberi – ha detto – alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”.
Nel frattempo, il raid americano ha scatenato il popolo iraniano, con decine di migliaia di manifestanti scesi in piazza a Teheran in protesta contro i “crimini” degli Usa. Mentre i vertici dell’Unione europea predicano calma e chiedono di impedire nuove escalation di violenza. “Il ciclo di violenza, provocazioni e ritorsioni a cui abbiamo assistito in Iraq nelle ultime settimane . ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel – deve finire. Un’ulteriore escalation deve essere evitata a tutti i costi. Troppe armi e troppe milizie stanno rallentando il processo verso un ritorno alla normale vita quotidiana dei cittadini iracheni”.
Il capo dell’Hezbollah libanese, Seyed Hassan Nasrallah, ha invece promesso vendetta: “Infliggere la giusta punizione a questi criminali assassini sarà la responsabilità e il compito di tutti i combattenti della resistenza nel mondo”, ha affermato. “Noi che siamo stati al suo fianco seguiremo le sue orme e ci batteremo giorno e notte per conseguire i suoi obiettivi”.
Il raid Usa è scattato meno di 24 ore dopo la fine dell’assedio all’ambasciata americana di Baghdad. Soleimani, sostituito in mattinata dal generale Esmail Qaani, era una delle figure chiave della strategia iraniana in Medio Oriente, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e considerato da alcuni il potenziale futuro leader del Paese. Era alla guida delle forze speciali Al Quds, braccio armato dei Pasdaran all’estero, diventate sempre più influenti negli ultimi tempi.