Nel gennaio del 2006, all’età di 51 anni, Barbara Coombes entrò nella sua casa situata nel quartiere di Reddish, nella città di Stockport, nel Regno Unito, e trovò un’enorme raccolta di immagini pedopornografiche che appartenevano a suo padre.
L’uomo, Kenneth Coombes, che aveva 87 anni, aveva scattato quelle fotografie a moltissimi bambini e anche a lei quando era ancora piccola.
In quel momento nella donna è scattato qualcosa che le ha fatto rivivere gli orrori e gli abusi che aveva subito e a cui aveva assistito impotente.
Per anni Barbara è stata violentata da suo padre che controllava la sua vita in modo ossessivo trattandola come un oggetto sessuale e obbligandola a farsi fotografare in pose oscene da altri pedofili.
La sua vita è rimasta per sempre segnata dai traumi dell’infanzia e dell’adolescenza, che l’hanno condotta a una vita solitaria e l’hanno resa incapace di allacciare normali rapporti sociali.
Nonostante tutto questo, Barbara era riuscita ad andare avanti, tentando di nascondere i propri fantasmi, fino a quando non ha trovato quelle fotografie.
È andata in giardino, ha raccolto la pala con la quale aveva lavorato poco prima e l’ha scagliata sulla testa di suo padre con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo.
Ha quindi completato l’opera sgozzando l’uomo e avvolgendo il suo cadavere in un tappeto, che ha poi sepolto sotto metri di terra nel suo giardino di casa.
Barbara, da quel lontano 2006, ha continuato a vivere “normalmente” la sua vita, sollevata per essersi tolta quel pesante fardello che la opprimeva.
Raccontò ai famigliari che suo padre Kenneth era morto per cause naturali e che era stato cremato dagli operatori dell’ospedale, continuando comunque a percepire la sua pensione per un ammontare, nel corso degli anni, di circa 200mila euro.
Fino al gennaio del 2018, quando, a dodici anni di distanza dall’omicidio, si è rivolta alla polizia e ha confessato il delitto.
Non si è trattato però di un pentimento, ma solamente il tentativo di anticipare i risvolti di alcune indagini che erano state avviate in base ad alcuni sospetti avanzati sulla morte di suo padre.
Capendo che il cerchio attorno a lei si stava stringendo, si è fatta avanti per prima per alleggerire la sua posizione.
E così è stato: il giudice Timothy King l’ha condannata a 9 anni di reclusione, alla luce delle attenuanti dovute ai suoi disturbi post-traumatici da stress e alla grave depressione legata ai continui abusi subiti.
In questo tweet viene mostrato per la prima volta il volto di Barbara Coombes e il giardino dove la donna ha sepolto il padre:
The first images of Barbara Coombes, and the back garden where she buried her father for 12 years, have been released. Recap this morning’s sentencing here https://t.co/fEFqIIGaMV pic.twitter.com/JrmDeu4vDZ
— Andrew Bardsley (@ABardsleyMEN) 11 luglio 2018