Ha pugnalato a morte la compagna con delle forbici, ha lasciato il corpo in una pozza di sangue e poi è sceso in strada a fare una passeggiata. Il drammatico episodio è avvenuto nella cittadina di Neasden, nel nord est di Londra.
L’assassino, Ioan Campeanu, di 43 anni, una volta rientrato nell’appartamento in cui abitava con la donna, Andra Hilitanu, 28 anni – incinta di sette mesi e madre di altri due bambini – ha chiamato la polizia confessando l’omicidio: “Venite, è morta. L’ho uccisa”.
Una vicina di casa della coppia, che ha abitato insieme al compagno l’appartamento accanto a quello di Ioan e Andra dal 2016 al 2018, davanti ai giudici dell’Old Bailey ha raccontato che l’uomo era violento: Picchiava spesso Andra, più di una volta l’ho trovata sul pavimento ricoperta di lividi”.
Ma non è l’unica persona a riferire di un uomo particolarmente pericoloso per Andra. La cugina della donna, Roxana Dragoi, ha raccontato agli inquirenti che in più di un’occasione aveva sentito Ioan minacciare la 28enne: “Ripeteva: ti ucciderò Andra, mangerò la tua carne. Alla fine l’ha ammazzata”.
Secondo la ricostruzione dei fatti, come riferisce il procuratore Brian O’Neill, dopo aver ucciso brutalmente la compagna, il 43enne sarebbe andato a fare una passeggiata, per poi tornare dopo un’ora a casa. E ha aggiunto ancora il procuratore: “Quaranta minuti dopo il suo ritorno ha telefonato ai servizi di emergenza e poi alla polizia”.
Durante la chiamata al centralino della polizia, Ioan ha confessato di aver ucciso la compagna. Poco dopo ha ripetuto tutto agli agenti, dicendo di averla ammazzata due ore e mezza prima. Non solo, secondo quanto racconta ancora il procuratore, l’uomo “in precedenza aveva chiamato sua figlia, che viveva a Londra, e le aveva confessato quello che aveva fatto”.
Sabina Campeanu ha riferito agli inquirenti che il padre l’avrebbe chiamata poco dopo la mezzanotte dicendole: “Mi sono liberato di lei, mi prendo cura di te”. Quando gli è stato chiesto come avesse ammazzato Andra, l’imputato ha confessato di averlo fatto con delle forbici. L’arma è stata, infatti, ritrovata sul luogo del delitto, sporca del sangue della vittima. Determinante per la morte della donna è stato il colpo inferto al collo. L’uomo, dopo due settimane di processo, è stato condannato per omicidio.
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