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    Uber vende le sue attività nel sud-est asiatico alla concorrente Grab

    Uber punta a quotarsi in Borsa nel 2019. Credit: Afp

    Il business nell'area non ha reso meno del previsto: il colosso statunitense si ritira e acquista il 27,5 per cento dei rivali

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 26 Mar. 2018 alle 12:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:02

    Uber vende le sue attività nel Sud-est asiatico all’azienda concorrente Grab. Il colosso del trasporto automobilistico privato abbandonerà otto paesi: Cambogia, Indonesia, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam.

    In cambio, Uber avrà una quota del 27,5 per cento nel capitale di Grab. Inoltre, l’amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, entrerà nel board di Grab. Il valore dell’accordo non è stato reso pubblico.

    Fondata nel 2012 a Singapore, Grab offriva originariamente solo un servizio di taxi solo con pagamento in contanti. In seguito ha aggiunto auto e moto private e ha consentito agli utenti di pagare in molti altri modi, compreso un portafoglio mobile in grado di facilitare le transazioni tra gli utenti.

    Negli anni si è ampliato anche al bike-sharing. L’azienda afferma di registrare ogni giorno circa 4 milioni di corse completate dai suoi utenti.

    Da quando Uber ha fatto ingresso nel mercato del Sud-est asiatico, all’inizio del 2013, le due società sono state impegnate in una concorrenza molto dura, che secondo il quotidiano statunitense Wall Street Journal costa a Uber circa 200 milioni di dollari all’anno.

    “Uno dei potenziali pericoli della nostra strategia globale è che affrontiamo troppe battaglie su troppi fronti e con troppi concorrenti”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Uber, Khosrowshahi. “Questo accordo ci consentirà ora di competere con reale attenzione e peso nei mercati chiave in cui operiamo, dandoci allo stesso tempo quote azionarie preziose”.

    L’intesa “ci aiuterà a raddoppiare i nostri piani di crescita mentre investiamo molto nei nostri prodotti e nella nostra tecnologia”, ha aggiunto Khosrowshahi.

    Mentre l’app di Uber è rimasta in gran parte invariata rispetto a quella utilizzata negli Stati Uniti e in altri paesi, GrabGrab ha aggiunto nel corso degli anni modifiche locali alla sua app, che l’hanno aiutata a conquistare i consumatori: ad esempio, ha permesso ai passeggeri di smistare i driver tramite una funzione di chat con la traduzione automatica.

    Inoltre, ha mascherato i numeri di telefono dei passeggeri dai conducenti come precauzione di sicurezza e, a Singapore, consente agli utenti di inserire codici numerici convenienti per le fermate dei taxi nelle vicinanze al posto degli indirizzi.

    Questo nel Sud-est asiatico segna il terzo grande ritiro all’estero di Uber, dopo Cina e Russia. Il colosso statunitense ha in programma di quotarsi in Borsa nel 2019 e questa operazione consentirà alla società di ridurre le proprie perdite.

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