Un’ondata populista si è ormai propagata in Europa, riscuotendo successo come mai prima d’ora. Sono molti i partiti che si rifanno a un’ideologia populista, ossia quell’atteggiamento che esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. È la propensione che accomuna tutti quei partiti o movimenti politici che cercano consensi tra le classi sociali meno istruite e informate, usando luoghi comuni di facile presa sull’elettorato.
Il New York Times ha creato una mappa dei principali populismi europei, classificati in base alle loro caratteristiche. I partiti presi in considerazione, pur avendo molte differenze sostanziali, sono accomunati da un rifiuto delle élite politiche tradizionali, dalla volontà – e dalla promessa – di ribaltare il sistema politico, ponendosi come l’interlocutore ideale per un cambiamento radicale del paese in cui sono attivi. Ecco la mappa:
In Italia è stato preso in considerazione il Movimento Cinque Stelle, fondato da Beppe Grillo, che è contro l’establishment, l’euro e l’austerità. Oggi il Movimento Cinque Stelle, che governa in importanti città come Roma e Torino, ha 91 seggi alla Camera e 35 al Senato e auspica elezioni anticipate, per cavalcare l’ondata di consenso nei suoi confronti.
In Austria il Partito della Libertà (Fpo) è contro l’establishment, la globalizzazione, l’Unione europea, l’euro, l’immigrazione e l’Islam. Norbert Hofer, il candidato presidenziale del Partito della Libertà, ha perso le elezioni del 4 dicembre 2016 contro Van der Bellen, dopo aver incentrato la sua campagna elettorale sulle limitazioni dell’immigrazione e sul rafforzamento dei confini del paese, ampliando i controlli delle frontiere.
In Francia il partito populista, nazionalista, xenofobo ed euroscettico per eccellenza è il Front National. Il raggruppamento politico, contro l’establishment, la globalizzazione, l’Unione europea, l’euro, l’immigrazione e l’Islam, è guidato da Marine Le Pen, candidata alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo aprile. Molti analisti pensano che Marine Le Pen riuscirà ad arrivare al secondo turno delle elezioni francesi.
Nei Paesi Bassi il partito populista principale è il Partito della Libertà (Pvv), che si aspetta di prendere un gran numero di voti alle elezioni che si terranno nel marzo 2017. Il partito ha proposto di registrare i cittadini olandesi in base alla loro etnia e di vietare la presenza delle scuole islamiche.
Alternativa per la Germania è invece uno dei principali partiti populisti tedeschi, anche questo contro l’establishment e caratterizzato dall’euroscetticismo, dalla volontà di bloccare l’immigrazione e da un rifiuto dell’Islam. Alternativa per la Germania ha riscosso un notevole successo nelle recenti elezioni e ora ha una presenza in 10 dei 16 parlamenti statali. Il partito si aspetta di ottenere molti seggi al parlamento federale nelle elezioni generali dell’autunno 2017.
Il partito populista ed euroscettico britannico per eccellenza è il Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), che il 23 giugno 2016 ha ottenuto il suo più grande successo: la vittoria della Brexit al referendum popolare sull’uscita del Regno Unito dall’Ue. L’Uk Independence Party condivide l’euroscetticismo, la xenofobia e l’islamofobia con gli altri populismi europei.
I partiti elencati finora, oltre a condividere la volontà di capovolgere l’establishment, sono accomunati anche da un’ammirazione per nulla velata nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, considerato un modello di successo a cui ispirarsi e aspirare.
Un candidato che, avendo contro la gran parte dell’establishment, dei media e dei politici del suo stesso partito, degli influencer e dell’opinione pubblica, è riuscito nell’impresa che tutti i sondaggi ritenevano irrealizzabile, catalizzando il malcontento della classe media e ottenendo la vittoria su Hillary Clinton.
Altri due sono i grossi partiti populisti europei, anti establishment e anti austerità. Si tratta di Podemos, il terzo partito spagnolo, e Syriza, il partito di Alexis Tsipras che governa la Grecia dal gennaio 2015. Contrariamente agli altri partiti populisti, questi ultimi due non sono euroscettici né hanno nei loro programmi la volontà di lasciare l’Unione europea.
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