Condanna a morte per gli assassini delle turiste scandinave
Un tribunale marocchino ha confermato ieri, mercoledì 30 ottobre 2019, in appello, la condanna a morte dei tre responsabili dell’uccisione di due turiste scandinave. Le donne, escursioniste, erano state decapitate a dicembre dello scorso anno a Imlil, sulle montagne dell’Alto Atlante.
Le ragazze si chiamavano Luisa Vesterager Jesperse, danese di 24 anni, e Maren Uelandla, norvegese di 28 anni. Avevano deciso di intraprendere la scalata della celebre vetta del monte Toubkalma. Furono violentate e decapitate mentre erano accampate per un trekking.
I giudici del tribunale antiterrorismo della corte d’Appello di Salè, vicino a Rabat, hanno anche deciso di commutare in pena capitale l’ergastolo comminato in primo grado al quarto uomo, che ha partecipato all’organizzazione del duplice delitto ma non all’omicidio.
Il 18 luglio, il tribunale antiterrorismo di Salè aveva condannato a morte il 25enne Abdessamad Ejjoud, considerato il capo banda e altri due giovani marocchini, che avevano ammesso di aver ucciso le due ragazze.
Secondo l’emittente locale 2M, la corte ha anche condannato altri 20 imputati a una serie di pene detentive che vanno dai 5 ai 30 anni di reclusione.
Il primo ministro, Saad-Eddine El Othmani, ha affermato che tali attacchi avevano rappresentato una pugnalata alle spalle al Marocco e ai suoi cittadini, e che questa azione, incompatibile con la cultura e i valori del Paese, era stata condannata da tutti i segmenti della società.
Le esecuzioni capitali in Marocco continuano ad essere comminate, ma sono di fatto sospese dal 1993, per una moratoria.
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