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    Attacco della Turchia in Siria, l’ex sindaco di Kobane: “C’è il rischio che l’Isis si riorganizzi”

    Immagine del 2015: Kobane. Credit: Afp

    La preoccupazione della città che ha sconfitto lo Stato Islamico

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 10 Ott. 2019 alle 13:55 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:15

    Turchia Siria, l’ex sindaco di Kobane lancia l’allarme Isis

    Con l’attacco della Turchia contro i curdi, “senza il sostegno dell’Europa e degli Stati Uniti c’è il rischio concreto che l’Isis si riorganizzi”: è l’allarme lanciato da Anwar Muslem, l’ex sindaco di Kobane, la città curda che per prima ha sconfitto lo Stato Islamico in Siria.

    Kobane è la città simbolo della resistenza curda all’Isis. È da lì che era partita la liberazione del nord della Siria dal Califfato. Ed è finita nel mirino degli attacchi turchi di queste ore. Gli aerei di Ankara avrebbero bombardato sia obiettivi militari che civili.

    In un’intervista a Repubblica Muslem ha spiegato che i bombardamenti turchi “stanno colpendo l’area tra Ras al Ain e Tal Abyad: civili che vivevano in pace ora hanno il terrore che le milizie estremiste che il governo turco ha fatto arrivare da Idlib e Afrin compiano massacri come è avvenuto ad Afrin”.

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    In questo momento, la priorità – ha detto ancora l’ex sindaco – “è difendere il confine nord, ma abbiamo in custodia 12mila miliziani Isis, duemila sono stranieri, e circa 70mila loro familiari. Siamo molto preoccupati di non riuscire più a contenerli e questo rappresenterebbe un pericolo enorme per la Siria e per il mondo intero. Due giorni fa a Raqqa ci sono stati due attacchi suicidi dell’Isis. Temiamo che lo stesso possa avvenire a Deir ez Zor, che possano attaccare i luoghi di detenzione”.

    Quindi l’avvertimento. Il leader dell’Isis Al Baghdadi – ha continuato Muslim – “è ancora libero e questo fa credere che l’Isis possa riorganizzarsi”.

    L’ex sindaco di Kobane ha spiegato che le Sdf e le forze della coalizione “compivano giornalmente operazioni di polizia per smantellare le cellule dormienti sparse in tutta la Siria. Ora che siamo impegnati contro l’invasione turca non abbiamo più possibilità di compiere queste operazioni”.

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