La Turchia invade la Siria, la frenata Usa: “Nessun ritiro, l’ordine di Trump riguarda 50-100 soldati”
La Turchia vuole invadere il nord della Siria, con il consenso di Trump. Ma gli Stati Uniti smentiscono il ritiro delle truppe americane dall’area: “Non c’è nessuna luce verde nei confronti della Turchia per un massacro dei curdi. Dire questo è da irresponsabili”, ha detto la Casa Bianca.
La frenata statunitense
Nel corso di una conference call con i reporter della Casa Bianca un funzionario dell’amministrazione statunitense ha aggiunto che “le azione decise dal presidente sono solo mirate a proteggere i nostri soldati”.
“Verranno ricollocati in altre basi solo 50-100 uomini delle forze speciali”, ha detto il funzionario dell’amministrazione Trump.
Quindi solo un piccolo contingente delle forze speciali Usa nel nord della Siria è interessato dall’ordine del presidente americano, che non vuole metterli in pericolo. Come ha specificato il funzionario Usa, “i militari americani saranno quindi dispiegati in altre basi”.
Le forze militari turche hanno inviato nelle ultime ore rifornimenti nella Siria settentrionale in un’area già controllata dai soldati di Ankara e dove si trovano milizie arabe cooptate dal governo turco. Ankara a Trump: “Non cediamo alle minacce di nessuno”.
Sulla Siria Gli Usa si contraddicono
In pratica, nel giro di ventiquattro ore la Casa Bianca ha prima annunciato che “la Turchia procederà presto con la sua operazione pianificata a lungo nel Nord della Siria”, poi è tornata sui suoi passi.
Per l’intera giornata di ieri Donald Trump aveva tenuto banco su Twitter, spiegando perché aveva deciso di ritirare i soldati americani “da ridicole guerre tribali senza fine”. Il tycoon aveva anche sbeffeggiato gli europei: “Pensavano come sempre che noi fossimo degli idioti e che ci facessimo carico anche dei foreign fighters catturati”.
Ma non si capisce che cosa abbia davvero intenzione di fare l’amministrazione Trump per fermare il presidente turco, pronto a mobilitare 300 mila soldati per occupare una striscia di terra lunga 480 chilometri e profonda 30.
Erdogan aveva già reso noto il suo progetto, con tanto di cartelli, davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite: trasferire circa un milione di rifugiati siriani in 140 villaggi da costruire da zero, per un costo di 27 miliardi di dollari.