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    Siria, ultime notizie | Iniziato il ritiro dei combattenti curdi

    Credit: EPA / ERDEM SAHIN

    Gli aggiornamenti in tempo reale sull'invasione turca nel Nord della Siria

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 20 Ott. 2019 alle 07:44 Aggiornato il 18 Nov. 2019 alle 15:30

    Le ultime notizie sull’offensiva della Turchia in Siria contro i curdi

    La tregua tra Turchia e curdi nel nord-est della Siria è fragile. Nel secondo dei cinque giorni di cessate il fuoco concordato da Ankara e Stati Uniti giovedì 16 ottobre, si continuano a registrare notizie di combattimenti ed entrambe le parti si accusano reciprocamente di aver violato la tregua.

    “Gli aggressori continueranno ad attaccare a meno che non ci sia un garante”, ha dichiarato il responsabile della comunicazione delle Forze democratiche siriane, Mustafa Bali. Il ministero della Difesa turco, da parte sua, afferma che nelle ultime 36 ore l’armistizio  “è stato violato 14 volte da parte delle milizie curde Ypg”. Scontri sono stati confermati dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) nell’area di Ras al Ayn, la città di confine sotto il più duro assedio turco.

    Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è tornato a minacciare la ripresa dell’offensiva. “Se non ci sarà” il ritiro delle milizie curde Ypg entro martedì sera, “continueremo” l’operazione militare “da dove ci siamo fermati” e “spaccheremo le teste dei terroristi”, ha dichiarato il presidente ieri, sabato 19 ottobre, da Kayseri, nel cuore dell’Anatolia.

    “I nostri soldati sono pronti ad andare ovunque”, ha avvisato ieri Erdogan dal palco facendo il saluto militare. Il presidente turco si è anche nuovamente scagliato contro i Paesi occidentali “ipocriti” che “oggi vogliono darci lezioni” e “hanno quasi tutti un passato di massacri, invasioni e colonizzazioni”.

    Intanto, il segretario alla Difesa Usa, Mark Esper, ha reso noto che le truppe statunitensi che lasciano la Siria andranno nell’Iraq occidentale e che le forze armate Usa continueranno a condurre operazioni contro l’Isis per impedirne la rinascita.

    Il bilancio di 11 giorni di guerra in Siria è di 235 morti, tra cui 22 bambini, e 677 feriti.

    TPI ha sul campo l’inviata speciale Benedetta Argentieri che da lì documenta tutto quello che sta accadendo nel Rojava a danno dei curdi, violentemente attaccati da Erdogan.

    Qui le ultime notizie, il bollettino, di domenica 20 ottobre 2019:

    ore 18,40 – Concluso il ritiro dei combattenti curdi da Ras al Ayn – Il comandante curdo Kino Gabriel, stando a quanto riferito dal portavoce delle Sdf Mustafa Bali, ha affermato: “Come parte dell’accordo per sospendere le operazioni militari con la Turchia con la mediazione americana, oggi abbiamo evacuato dalla città di Ras al Ayn tutti i combattenti delle Forze democratiche siriane (Sdf). Non abbiamo più combattenti in città”.

    ore 17,10 – Iniziato il ritiro dei combattenti curdi – Come riferito da un funzionario locale i combattenti curdi, ma anche i civili, hanno iniziato ad abbandonare la città siriana di Ras al-Ayn, al confine turco. Si tratta della prima ritirata da quando è stato siglato un accordo per il cessate il fuoco mediato dagli Usa, e teoricamente apre la strada al ritiro completo delle forze curde, che secondo gli accordi dovrebbe avvenire entro martedì sera. Anche i civili abbandonano la città perché temono rappresaglie dei governativi, senza la protezione dei milizie curde.

    Come confermato anche dal ministro della Difesa turco, i combattenti curdi e i civili stanno lasciando la città a bordo di decine di veicoli.

    Un alto funzionario delle forze democratiche siriane a guida curda, Redur Khalil, ha reso noto che dopo l’evacuazione di Ras al-Ayn, gli altri combattenti arretreranno di circa 30 km, verso la città di Tel Abyad, abbandonando un’area lunga circa 120 km sul confine turco.

    ore 15,20 – Telefonata Johnson-Erdogan: il premier britannico esprime preoccupazione – Il premier britannico Boris Johnson ha avuto una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo fonti di Downing Street, durante il colloquio Johnson ha auspicato che l’annunciata tregua comporti davvero “un ridimensionamento del numero delle vittime da tutti i lati”, ma ha anche ribadito “la grave preoccupazione” del Regno Unito per “l’operazione militare” avviata da Ankara contro le milizie curde.

    ore 13,30 –  Incontro tra il re di Giordania e delegazione Usa – Il re Abdallah di Giordania ha incontrato oggi ad Amman una delegazione del Congresso Usa guidata dalla speaker della Camera Nancy Pelosi. Secondo quanto riferisce l’agenzia Petra News, sulla guerra in Siria Abdallah ha insistito “per una soluzione politica che salvaguardi l’integrità territoriale del paese e l’unità del suo popolo garantendo al tempo stesso la salvezza e il volontario ritorno dei profughi”.

    ore 11,15  – Ankara: “Soldato turco ucciso nonostante la tregua” – Il Ministero della Difesa turco ha denunciato l’uccisione di un soldato da parte delle forze curdo-siriane nel nord della Siria, nonostante la tregua in corso. “Durante una missione di ricognizione e sorveglianza nella regione di Tel Abyad un nostro eroico amico è stato martirizzato e un altro è stato ferito a seguito del fuoco anticarro e di armi leggere aperto dai terroristi del Pkk/Ypg”, scrive su Twitter il Ministero.

    ore 07,30 – Le truppe Usa che lasciano la Siria andranno in Iraq – In base al piano attuale, le truppe statunitensi che lasciano la Siria andranno nell’Iraq occidentale e che le forze armate Usa continueranno a condurre operazioni contro l’Isis per impedirne la rinascita. Lo ha detto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper, parlando con i giornalisti sull’aereo che lo sta conducendo in Medio Oriente.

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