La Turchia sta costruendo un muro di separazione nella zona nord-occidentale della Siria per isolare il cantone Afrin, in mano all’esercito di Ankara da più di un anno, dal resto del paese.
La notizia, che da alcuni giorni rimbalza sui media curdi, è stata confermata dall’Ansa che tramite fonti sul terreno ha riportato che al momento è stata costruita una barriera lunga decine di chilometri che va da Maryamayn a Kimar passando per Jalbul.
Con questa mossa il governo di Ankara ha intenzione di separare Afrin dalle zone controllate dalle forze russe e siriane, che gestiscono anche una parte del corridoio di Tell Rifaat che collega Afrin con Aleppo.
L’allarme è stato dato da alcuni attivisti curdo-siriani del Rojava Media Center che tramite foto e video hanno immortalato i lavori di costruzione del muro in cemento alto sei metri e che dovrebbe estendersi per circa 70 chilometri.
Per poter realizzare il muro e isolare così Afrin, il governo turco ha anche demolito circa 20 case e altre strutture presenti nella zona.
La notizia non è stata ancora smentita né confermata da Ankara, ma una simile misura sarebbe in linea con le politiche che la Turchia ha sempre adottato nei confronti dei curdi fin dall’inizio del conflitto in Siria.
Il presidente turco Receip Erdogan ha più volte minacciato di prendere provvedimenti contro i curdi in Siria e di non voler rinunciare alla sua presa su Afrin, continuando ad affermare di volersi difendere dal “terrorismo”.
Per il governo di Ankara infatti le forze curdo-arabe sono una forza terroristica legata al Pkk.
Negli anni scorsi la Turchia ha anche realizzato un primo muro lungo il confine con la Siria adducendo come scusa la propria difesa nazionale, oltre che per bloccare l’afflusso di profughi causati dalla guerra nel paese vicino.
Un blocco della frontiera che per anni ha funzionato solo in una direzione, dato che molte organizzazioni internazionali hanno accusato la Turchia di aver permesso a jihadisti di attraversare
Nel cantone di Afrin, conquistato dall’esercito turco un anno e mezzo fa, sono presenti infatti presenti diversi miliziani che hanno giurato fedeltà all’Isis e ad altre organizzazioni terroristiche attive in Siria.
Il governo di Ankara è anche accusato di aver portato avanti una vera e propria sostituzione della popolazione del cantone, costringendo gli abitanti a fuggire e facendo invece arrivare sfollati siriani arabi.