Il parlamento ha appprovato una nuova legge per combattere il terrorismo avanzata nelle settimane passate dal partito del presidente Erdogan.
Attraverso la nuova norma, le autorità avranno maggiori poteri per detenere i sospettati di terrorismo e imporre così l’ordine pubblico nel paese.
In particolare, la nuova legislazione consente alle forze dell’ordine di controllare chi può entrare e uscire da una determinata area per 15 giorni per motivi di sicurezza.
Inoltre, coloro che sono sospettati di avere legami con il terrorismo possono essere trattenuti per 48 ore o fino a quattro giorni nel caso in cui siano accusati di aver compiuto più reati.
Il provvedimento, voluto dal Partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, permette alle autorità di mantenere in piedi alcuni poteri speciali previsti dallo stato di emergenza, revocato solo alcuni giorni prima, e sarà valido per 3 anni.
Attraverso la nuova legge, il governo può licenziare il personale delle forze armate turche, dei dipartimenti di polizia e di gendarmeria e i dipendenti pubblici se accusati di essere legati ad un’organizzazione terroristica.
Anche i governatori delle 81 province della Turchia mantengono alcuni poteri gatantiti loro dallo stato di emergenza, tra cui la limitazione della libertà di riunione dei cittadini.
Il progetto di legge è stato fortemente criticato dall’opposizione, che lo avevo definito come una stategia del governo per rendere “permanente” lo stato di emergenza.
Il presidente turco aveva revocato il 18 luglio 2018 lo stato di emergenza, in vigore nel paese da quasi due anni e imposto il 21 luglio 2016 dallo stesso Erdogan dopo il fallito tentativo di colpo di stato della notte tra il 15 e il 16 luglio.
In base all’articolo 120 della Costituzione turca, il provvedimento può essere introdotto, in caso di diffusi atti di violenza volti alla destrutturazione dell’ordine democratico, per un periodo non superiore ai sei mesi.
Da allora lo stato di emergenza è stato prorogato più volte e ciò ha permesso al presidente Erdogan e al governo di scavalcare il parlamento nella promulgazione di nuove leggi e di limitare o sopprimere i diritti e le libertà personali.
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