La Turchia chiuderà le accademie militari e metterà le forze armate sotto il comando del ministro della Difesa Fikri Isik come contromisura in seguito al tentativo di colpo di stato dello scorso 15 luglio. Lo ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan il 30 luglio.
Il ministro della Difesa ha inoltre aggiunto che non è ancora finita l’opera di pulizia all’interno delle forze armate – considerate i principali artefici del tentato golpe – e per questo, ora, saranno prese di mira le accademie militari del paese.
Questi cambiamenti, che dovrebbero essere annunciati ufficialmente nella giornata del 31 luglio, arrivano in seguito a numerose altre misure che hanno colpito principalmente l’esercito turco.
Negli ultimi giorni circa 1.700 militari sono stati allontanati dalle forze armate con la formula del “congedo con disonore” per il loro ruolo nel tentativo di golpe. Tra questi militari, ci sarebbero circa il 40 per cento degli ammiragli e dei generali del paese.
Una serie di misure che stanno dunque cambiando profondamente il volto del secondo più grande esercito (dopo gli Stati Uniti) tra quelli dei paesi della Nato.
Il governo turco ha accusato il leader islamico, auto esiliatosi negli Stati Uniti, Fetullah Gulen, di essere stato il mandante del tentativo del colpo di stato. L’uomo ha declinato ogni accusa di coinvolgimento nell’azione.
Nel frattempo, a partire dal 16 luglio, oltre 60mila persone tra membri dell’esercito, magistrati e funzionari pubblici sono stati rimossi dal loro incarico con l’accusa di essere legati a Gulen. Le persone arrestate per i legami con il golpe, invece, sono state in tutto 10.137.
Gli alleati occidentali della Turchia hanno condannato il tentativo di colpo di stato, ma al tempo stesso hanno manifestato preoccupazione per la serie di arresti che è arrivata in seguito all’azione.
In un’intervista rilasciata il 30 luglio a un’emittente privata turca, A Haber, il presidente Erdogan ha annunciato nuovi possibili cambiamenti per preservare l’ordine in Turchia. Confermando quanto prospettato dal ministro della Difesa Isik, anche il presidente ha indicato le accademie militari come prossimo obiettivo.
La possibilità presa in considerazione da Erdogan è quella di chiuderle, sostituendole con un’università nazionale della Difesa, gestita dunque dal governo.
L’altro cambiamento importante potrebbe essere quello della leadership dei servizi segreti e delle forze armate, che potrebbero essere poste direttamente sotto il controllo della presidenza.
Leggi l'articolo originale su TPI.it