La Commissione elettorale suprema della Turchia (Ysk) ha deciso a maggioranza che le elezioni amministrative di Istanbul del 31 marzo scorso, che hanno sancito la storica sconfitta del partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, dovranno essere ripetute.
Con una decisione non appellabile, i giudici hanno accolto i ricorsi per presunti brogli presentati dalle forze a sostegno di Erdogan. La notizia è riportata dall’agenzia di stampa pubblica turca Anadolu.
Le nuove elezioni potrebbero tenersi il 2 giugno, ma non c’è ancora l’ufficialità.
Le elezioni erano state vinte da Ekrem Imamoglu, candidato dell’opposizione con il Partito repubblicano popolare (Chp), che aveva inaspettatamente sconfitto Mehmet Ozhaseki, del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) e fedelissimo del presidente Erdogan.
L’Akp e i suoi alleati nazionalisti del Mhp avevano chiesto di ripetere le votazioni parlando di presunte irregolarità che avrebbero condizionato il risultato.
Nelle scorse settimane le operazioni di voto erano state oggetto di indagini per la presenza nei seggi di persone legate all’imam Fethullah Gulen, accusato da Ankara di essere l’ispiratore del tentato colpo di stato del luglio 2016.
Anadolu parla, in particolare, di 43 funzionari vicini al movimento di Gulen.
“Non importa quanto torturino le schede: se c’è giustizia in questo paese, se ci sono leggi in questo paese, i risultati non cambieranno”, aveva dichiarato nei giorni scorsi il neo-sindaco Ozhaseki.
Il presidente del Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha accusato il presidente Erdogan e il Mhp di aver tentato di esercitare pressioni politiche sulla Commissione elettorale per ordinare la ripetizione del voto. Erdogan ha respinto le accuse, dicendo che il suo partito stava solo esercitando i suoi diritti legali.
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