La partita Draghi-Erdogan si gioca allo stadio: la Turchia vuole strappare all’Italia gli Europei
Continua la tensione tra Roma e Ankara dopo le dichiarazioni del premier Draghi su Erdogan “dittatore”. Secondo Repubblica, il terreno di scontro potrebbero diventare gli stadi del campionato europeo di calcio in programma a giugno, nell’inedita formula itinerante che prevede la rotazione tra 12 Paesi ospitanti. Il ruolo dell’Italia, dove si dovrebbero giocare quattro partite, compresa quella inaugurale tra Italia e Turchia, è in bilico: Roma infatti non ha ancora garantito la presenza del 25 per cento dei tifosi nello stadio, condizione per concedere al Paese di ospitare la gara secondo la Uefa.
Così Istanbul, che già il 29 maggio prossimo ospiterà la finale di Champions league, vorrebbe prendersi anche l’inaugurazione dell’Europeo di calcio, strappandolo all’Italia. Una dinamica che potrebbe interessare anche Spagna, Germania e Irlanda, che come l’Italia non possono garantire l’allentamento delle misure anti-Covid prima del calcio d’inizio.
E a subentrare potrebbero essere anche Mosca, Budapest o Londra. L’Esecutivo dell’Uefa, il governo del calcio europeo, si riunirà il 19 aprile per decidere, ma la logistica impone che la scelta si compia a metà di questa settimana: i governi, d’accordo con le autorità sanitarie nazionali, hanno ancora pochi giorni per comunicare la propria disponibilità. Ma intanto proprio la logistica rischia di trasformarsi in un nuovo caso politico tra Turchia e Italia.
Per ora l’Uefa ha promosso soltanto le otto città (Baku, San Pietroburgo, Copenaghen, Londra, Glasgow, Budapest, Amsterdam e Bucarest) che hanno garantito la presenza di almeno il 25 per cento degli spettatori. Pur non rientrando nei 12 Paesi prescelti per ospitare il torneo, Istanbul vorrebbe subentrare puntando su due aspetti: la vicinanza con Baku, che ospita le altre partite del girone dell’Italia e ha già garantito il 50 per cento dei tifosi, e la macchina organizzativa rodata in vista della finale di Champions.