La Turchia ha promulgato una legge che garantisce l’immunità ai soldati che combattono i militanti curdi nel sudest del paese.
Il governo turco decide quindi di concedere più poteri all’esercito per reprimere l’insurrezione del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, ripresa dopo la fine di una tregua durata due anni, dal 2013 al 2015.
La normativa è stata approvata dal parlamento turco giovedì 23 giugno e, secondo il ministro della Difesa Fikri Isik, dovrebbe aumentare la fiducia delle truppe nella guerra al terrorismo: “questa legge è un omaggio alle nostre coraggiose forze di sicurezza che combattono il terrorismo. Aumenterà la loro fiducia e motivazione”.
La legge è passata con l’appoggio di tre dei quattro partiti presenti in parlamento: il partito di governo Akp (Partito per la giustizia e lo sviluppo), il principale partito di opposizione Chp (Partito popolare repubblicano) e i nazionalisti del Mhp (Partito del movimento nazionalista), hanno tutti votato a favore.
Il partito filocurdo dell’Hdp (Partito democratico del popolo) ritiene la normativa illegale e ha denunciato un accordo tra governo ed esercito per conferire più poteri ai militari.
Anche gli attivisti per i diritti umani avvisano che la legge rischia di incrementare gli abusi commessi dai militari nel sudest del paese. Kenneth Roth di Human Rights Watch ha twittato: “Come incoraggiare gli abusi dei soldati turchi che combattono il Pkk? Erdogan gli concede l’immunità”.
Infatti, tra le nuove misure previste, le forze di sicurezza potranno essere processate per crimini militari solamente con il permesso di organi militari o della leadership politica. Anche i funzionari civili impegnati nell’antiterrorismo saranno protetti da possibili procedimenti penali.
La guerra tra governo turco e militanti curdi per l’autonomia del Kurdistan quindi si inasprisce. Il conflitto è iniziato nel 1984 e da allora sono morte più di 40mila persone. Il Pkk è nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.