Trump, tweet razzisti e accuse rivolte a quattro deputate dem. Che ha definito anti-americane, invitandole a tornare “nei paesi corrotti e infestati dal crimine da cui sono venute”. È un duro attacco quello che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivolto contro quattro deputate democratiche. Non le ha mai nominate direttamente ma i riferimenti sono stati colti, prima nei tweet del Tycoon e poi dal pulpito della Casa Bianca.
Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar sono state accusate di odiare “con passione gli Stati Uniti” e di “lamentarsi” in continuazione. “The Squad”, come il quartetto progressista è stato definito dai media, secondo The Donald non avrebbe diritto a esprimere critiche nei confronti dell’attuale governo in quanto le parlamentari “originariamente vengono da paesi i cui governi sono una catastrofe totale” mentre “ora dicono al più grande paese del mondo come bisogna governare”. Ma tre parlamentari su quattro sono nate negli Stati Uniti. Omar è nata in Somalia, è arrivata negli Stati Uniti a dodici anni dopo avere vissuto in un campo profughi in Kenya, ed è stata poi naturalizzata.
“Sono anti-semite, anti-americane, la loro agenda politica è disgustosa e gli americani la bocceranno”, ha rincarato il presidente, alimentando un acceso dibattito che torna a porre la questione razziale al centro della discussione pubblica. E ha aggiunto: “Sappiamo tutti che Ocasio Cortez e le altre sono un branco di comunisti, che odiano Israele e il nostro paese. Quando si scuseranno con il nostro paese, il popolo di Israele e persino con l’ufficio del presidente, per il linguaggio volgare che hanno usato e per le cose terribili che hanno detto? Tante persone sono arrabbiate con loro e le loro azioni sono orribili e disgustose”.
Secondo il Washington Post, si tratta di dichiarazioni che rientrano nel nazionalismo bianco di cui Trump si è fatto espressione e che già si erano manifestate nelle prese di posizione assunte contro l’ex presidente Barack Obama, negli attacchi ai musulmani e nella demonizzazione quotidiana dei migranti e delle minoranze.