La Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata a favore del “travel ban” dell’amministrazione Trump per colpire persone provenienti da alcuni paesi a maggioranza musulmana.
I tribunali di grado inferiore avevano considerato il divieto incostituzionale, ma la Corte Suprema ha annullato questa decisione con una sentenza passata a stretta maggioranza, cinque giudici contro quattro.
Il divieto proibisce alla maggior parte delle persone provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen di entrare negli Stati Uniti. Il provvedimento è stato criticato aspramente da gruppi di rifugiati e da associazioni che difendono i diritti umani.
La norma ha subito diverse modifiche nel tempo. Iraq e Ciad erano stati inseriti nelle prime versioni, ma successivamente rimossi. L’amministrazione Trump sostiene che i paesi oggetto della norma hanno una presenza terroristica significativa all’interno del loro territorio. Lo stato delle Hawaii aveva sfidato il divieto e un giudice federale ne aveva bloccato l’attuazione.