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    Trump ha messo al bando i transessuali dall’esercito statunitense

    Credit: Reuters/Brendan McDermid

    Con tre tweet il presidente degli Stati Uniti ha detto che le forze armate non possono essere gravate dai costi e dal disordine derivanti dall'ammissione di soldati trans

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 26 Lug. 2017 alle 16:58 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:43

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato attraverso Twitter che non permetterà ai transessuali di servire nelle forze armate statunitensi.

    “Dopo aver consultato i miei generali e gli esperti militari, vi informo che il governo degli Stati Uniti non accetterà né permetterà agli individui transessuali di servire in nessuna delle forze armate statunitensi”, ha scritto Trump. “Il nostro settore militare deve concentrarsi su vittorie decisive e schiaccianti e non può essere gravato dagli enormi costi medici e dal disordine che comporterebbe avere dei transessuali nelle forze armate”.

    “Questo è un volgare e scioccante attacco ai nostri militari e alle truppe transessuali del nostro paese”, ha commentato Aaron Belkin, direttore del Palm Center e avvocato impegnato a favore dei diritti civili.

    La questione dei diritti delle persone transessuali negli Stati Uniti ha occupato spesso le pagine dei giornali, in particolare sulla questione dei bagni pubblici.

    L’amministrazione Trump ha deciso di cancellare le disposizioni federali istituite dal suo predecessore Obama che permettevano agli studenti affetti da disforia di genere di utilizzare il bagno corrispondente alla loro identità di genere e non da quello scritto sul certificato di nascita.

    Nel 2016, sotto l’amministrazione dell’ex presidente Barack Obama, il Pentagono aveva rimosso il divieto per i transessuali di servire il proprio paese. Proprio nel 2017 era previsto l’arruolamento dei primi transessuali, a patto che avessero cambiato genere da almeno 18 mesi.

    A giugno, il segretario alla Difesa James Mattis ha approvato una moratoria di sei mesi per ritardare il reclutamento di personale transessuale nelle forze armate statunitensi.

    Nel 2016, il predecessore di Mattis, l’allora segretario alla Difesa Ash Carter, ha citato uno studio condotto dal centro studi militari RAND Corporation secondo cui, tra i militari statunitensi in servizio attivo, almeno 2.500 sono transessuali, mentre sono almeno 1.500 i transessuali che servono nelle unità di riserva.

    Il Pentagono ha commentato le dichiarazioni del presidente attraverso un suo portavoce. “Continueremo a lavorare a stretto contatto con la Casa Bianca per delineare le nuove linee guida fornite dal comandante in capo per gli individui transessuali che servono all’interno delle forze armate”, ha detto in conferenza stampa il capitano Jeff Davis. “Il dipartimento fornirà quanto prima i nuovi orientamenti in materia”.

    All’inizio del 2017, l’esercito statunitense ha pubblicato uno studio sul Journal of the American Medical Association che mostra come la maggior parte dei medici militari in servizio non abbiano le conoscenze necessarie per prendersi cura di persone in transizione di genere.

    Tuttavia, lo stesso studio sosteneva che almeno un centro medico militare aveva fornito una formazione di base ai suoi medici.

    La più famosa soldata statunitense transessuale è l’ex analista dell’intelligence dell’esercito Chelsea Manning, che è stata detenuta per sette anni in un carcere militare dopo essere stata riconosciuta colpevole di tradimento.

    Manning, che ha servito nell’esercito come Bradley Manning, è stata inizialmente condannata a 35 anni di carcere nel 2013 per aver inviato a WikiLeaks oltre 700mila documenti segreti.

    La donna ha cercato di suicidarsi due volte solo nel 2016, finché, pochi giorni prima di lasciare il suo ufficio, il presidente Obama non le ha accordato la grazia. Manning è stata così rilasciata a maggio.

    Prima della sua scarcerazione Chelsea ha iniziato il trattamento ormonale per iniziare la propria transizione verso la sua identità femminile. Manning, diventata un’icona per gli attivisti transessuali, risulta ancora una dipendente dell’esercito degli Stati Uniti e questo le permette di mantenere la copertura sanitaria assicurativa che le garantisce le cure.

    – LEGGI ANCHELa prima unità combattente Lgbtq contro l’Isis in Siria

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