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    Trump riapre ai rifugiati ma restano esclusi 11 paesi e i controlli saranno più severi

    Credit: Afp

    Il nuovo testo, che sostituisce il bando varato quattro mesi fa e scaduto alla mezzanotte del 25 ottobre, introduce misure più dure per quanto riguarda i controlli sulla vita privata dei nuovi arrivati

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 25 Ott. 2017 alle 09:12 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:34

    Il presidente Donald Trump ha varato un nuovo ordine volto a regolare l’ingresso dei rifugiati negli Stati Uniti.

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    L’ordine sostituisce il bando, varato quattro mesi fa e scaduto alla mezzanotte di martedì, che vietava l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Somalia, Corea del Nord, Ciad, Yemen, Libia, Iran, Siria e Venezuela e che era già stato in parte bloccato dai magistrati.

    Le nuove misure introducono criteri di selezione più severi rispetto al passato: saranno raccolte più informazioni sulle vite dei nuovi arrivati e delle loro famiglie e controllate in anticipo alcune delle loro abitudini, dall’utilizzo dei social network alle frequentazioni.

    Sono inoltre previste verifiche particolarmente attente per quanto riguarda i cittadini provenienti da 11 paesi, riconosciuti come “ad alto rischio” ma non ancora identificati con chiarezza dalla Casa Bianca.

    L’ammissione dei rifugiati sul suolo statunitense sarà vincolata ai giudizi degli ufficiali federali, chiamati a decidere sull’interesse nazionale dei loro arrivi.

    Tali introduzioni, che potrebbero allungare di anni i controlli necessari per dare il via libera agli ingressi, sono state difese dai funzionari statunitensi, in quanto volte a garantire maggiore sicurezza ai cittadini statunitensi.

    Secondo l’agenzia di stampa Reuters, rappresentanti di gruppi che tutelano i diritti dei rifugiati hanno criticato le misure più severe e in particolare il nuovo bando alle persone provenienti dagli 11 paesi considerati più a rischio, definito “non necessario”.

    Sono inoltre previste verifiche particolarmente attente per quanto riguarda i cittadini provenienti da 11 paesi, riconosciuti come “ad alto rischio” ma non ancora identificati con chiarezza dalla Casa Bianca.

    Il taglio alle ammissioni di rifugiati negli Stati Uniti è stato uno dei temi più discussi da Donald Trump nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 2016.

    Una delle misure più discusse introdotte dalla sua amministrazione è stata il bando all’ingresso negli Usa dei cittadini provenienti da alcuni paesi a maggioranza musulmana (Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen), esteso poi anche a Ciad, Corea del Nord e Venezuela, più volte bloccato dai giudici statunitensi.

     

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