Negli Stati Uniti l’amministrazione guidata dal presidente Donald Trump vuole imporre ai giudici dell’immigrazione un nuovo meccanismo basato su quote per velocizzare la risoluzione delle pratiche.
Il dipartimento di Giustizia ha annunciato che valuterà i giudici sulla base di quanti casi chiudono all’anno e con quanta velocità.
In particolare, i giudici dell’immigrazione dovranno risolvere almeno 700 casi all’anno per ottenere una valutazione “soddisfacente” sul proprio operato. Inoltre, dovranno pronunciarsi entro tre giorni dall’udienza se il migrante è detenuto ed entro dieci se il migrante è in stato di libertà.
Gli standard, questi e altri, entreranno in vigore il primo ottobre 2018. Se i giudici non li rispetteranno, potrebbero essere licenziati o trasferiti.
Secondo il dipartimento di Giustizia, i giudice dell’immigrazione completano attualmente 678 casi all’anno.
L’associazione nazionale statunitense dei giudici dell’immigrazione ha recentemente acconsentito alla misurazione delle prestazioni, ma si oppone fortemente a questi obiettivi.
Dana Leigh Marks,giudice dell’immigrazione a San Francisco e portavoce del sindacato, ha dichiarato che “l’imposizione delle metriche di performance numerica è completamente contraria all’indipendenza giudiziaria” e ha aggiunto che “è giusto valutare la qualità, non la quantità”
Marks ha affermato che le quote faranno aumentare il carico di lavoro e gli arretrati per i giudici, sottolineando che le persone potrebbero essere più inclini ad impugnare le decisioni.
Accelerare la risoluzione dei casi concernenti l’immigrazione è una priorità per il procuratore generale, Jeff Sessions.
Si stima che negli Stati Uniti siano circa 600mila le persone attendino la definizione della loro pratica.
Nei giorni scorsi il presidente Trump ha invitato i repubblicani al Congresso ad approvare una nuova “dura” legislazione anti-immigrazione e ha ribadito la sua opposizione alla legalizzazione dello status di centinaia di migliaia di immigrati privi di documenti portati negli Stati Uniti da bambini.
Nelle sue linee guida, il dipartimento di Giustizia ha affermato che stabilire un minimo annuale sul numero di casi trattati garantirà che le udienze vengano completate in modo “tempestivo, efficiente ed efficace”.