Il presidente Donald Trump ha ceduto. Dopo le pressioni dello speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, il Tycoon ha annunciato il rinvio del discorso sullo Stato dell’Unione previsto per il 29 gennaio. “Farò il discorso quando lo shutdown finirà”, ha annunciato su Twitter l’inquilino della Casa Bianca. Pelosi gli aveva negato la possibilità di tenere alla Camera l’intervento sul bilancio dell’anno e sulle prospettive future “perché il governo è chiuso” per mancanza di fondi.
Se inizialmente aveva ipotizzato soluzioni alternative, Trump ha deciso di rinviare anche per non perdere l’audience da record che la solennità della Camera, un appuntamento tradizionale con l’elettorato, gli garantisce. Nel 2018 il suo discorso sullo Stato dell’Unione era stato ascoltato da 47,74 milioni di americani.
Il braccio di ferro con i democratici, che il miliardario ha accusato di non essere interessati alla sicurezza del paese, riguarda i 5,7 miliardi di dollari chiesti dal presidente nel bilancio del governo per finanziare la costruzione del Muro al confine con il Messico. Una richiesta non accettata che ha portato allo shutdown più lungo della storia americana.
Mercoledì 23 gennaio, tredici manifestanti, in prevalenza rappresentanti sindacali dei lavoratori federali, sono stati arrestati per un sit-in di protesta in Senato, davanti all’ufficio del leader di maggioranza, il repubblicano Mitch McConnell. “Vogliamo lavorare”, hanno urlato mentre controllori del traffico aereo, piloti e assistenti di volo hanno diramato un comunicato allertando sui problemi di sicurezza comportati dal blocco delle attività federali.
Lara Trump, moglie del figlio del presidente Eric Trump e advisor della campagna elettorale del miliardario per il 2020, ha esortato i circa 800.000 lavoratori pubblici senza stipendio da oltre un mese a “restare forti” in questo momento “di leggero dolore”.
Cos’è lo shutdown – Nel lessico giornalistico lo “shutdown”, letteralmente “spegnimento” o “arresto”, indica il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti. Si verifica quando nel Congresso non c’è accordo sull’approvazione dei finanziamenti ai vari dipartimenti e quindi si ha una mancanza di fondi per le spese del Governo federale.
Procedura prevista dall’Antideficiency Act, la dichiarazione di “shutdown” prevede che, senza l’approvazione degli stanziamenti, le attività governative non essenziali debbano essere sottoposte a un blocco fino all’approvazione di un rifinanziamento da parte del Congresso.
Nella storia degli Stati Uniti questa “paralisi amministrativa” è scattata nel 1980, nel 1990, nel 1995, nel 1996, nel 2013 e nel 2018. Il nodo, in quest’ultimo caso, sono state le divergenze interne al Congresso sui 5 miliardi di dollari reclamati dal presidente Donald Trump nel bilancio per la costruzione del muro al confine con il Messico.
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