Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato nuovo ambasciatore Usa in Israele l’ex governatore dell’Arkansas ed ex pastore Mike Huckabee, che nel 2015 affermò: “L’occupazione (dei Territori palestinesi, ndr) non esiste”.
“Mike è stato un grande servitore dello Stato, governatore e guida spirituale per molti anni”, ha scritto Trump sul suo social Truth. “Ama Israele e il popolo di Israele e, allo stesso modo, il popolo di Israele ama lui. Mike lavorerà instancabilmente per portare la pace in Medio Oriente!”.
Entusiasta la reazione del diretto interessato, un altro fedelissimo del magnate repubblicano. “È stata una giornata incredibile, perché il Presidente Trump mi ha chiesto di servire come Ambasciatore in Israele, una terra che visito dal 1973, quando ero adolescente”, ha scritto l’ex governatore su Substack. “Sarà un privilegio servire il mio Paese e il mio Presidente in questo ruolo”.
La nomina del 69enne Mike Huckabee, necessiterà comunque della conferma del Senato, dove però i repubblicani hanno conquistato la maggioranza (come alla Camera dei Rappresentanti). Pastore battista entrato in politica e figura nota della destra cristiana conservatrice, l’ex governatore dell’Arkansas è uno strenuo oppositore dei diritti delle persone della comunità Lgbtqi+ e si è candidato per ben due volte alle primarie repubblicane per le presidenziali, l’ultima proprio nel 2016, quando vinse Donald Trump, che da allora ha sempre appoggiato. Anche per le sue posizioni pro-Israele.
Nel suo primo mandato infatti, il magnate repubblicano riconobbe Gerusalemme come capitale di Israele e vi trasferì l’ambasciata Usa; tagliò i fondi all’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), bandita lo scorso mese dallo Stato ebraico e dai Territori occupati; ritirò Washington dall’accordo sul nucleare con l’Iran, arrivando a ordinare di uccidere il comandante dei Pasdaran Qassem Soleimaini in un raid a Baghdad; riconobbe la sovranità israeliana sulle alture occupate del Golan; e promosse gli Accordi di Abramo tra Tel Aviv ed Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan e Marocco (e potenzialmente con l’Arabia Saudita), senza concessioni ai palestinesi.
“Non esistono né i palestinesi, né la Cisgiordania né l’occupazione”
Huckabee d’altronde è considerato molto vicino agli ambienti dell’estrema destra israeliana favorevole all’annessione della Cisgiordania, arrivando a dire, durante la campagna per le presidenziali del 2008, che “non esiste una cosa come un palestinese”. “In pratica, non esiste davvero una cosa come – devo stare attento a dirlo, perché la gente si arrabbierà molto – non esiste davvero una cosa come un palestinese”, precisò. “Ci sono arabi e persiani. E c’è una tale complessità in questo. Ma in realtà non esiste nulla del genere. È uno strumento politico per cercare di sottrarre terre a Israele”.
In un video pubblicato da BuzzFeed e ripreso durante la campagna del 2015 invece Huckabee suggerì che, se si dovesse creare uno Stato palestinese, questo dovrebbe sorgere nei vicini Paesi arabi. “Il punto è che, se questo è il problema, se si tratta di beni immobili, se si guarda una mappa e si dice: ecco quanto possiede Israele e qui quanto detengono gli Stati arabi, c’è un sacco di terra”, disse l’ex governatore.
Una posizione ribadita in un’altra intervista concessa nel 2015 alla tv israeliana Arutz Sheva durante un’apparizione all’Israel Day Concert a Central Park, a New York: “La soluzione dei due Stati, se intendiamo due governi che detengono lo stesso lotto di territorio, è irrazionale e impraticabile”. “Se esiste una soluzione a due Stati, lo Stato palestinese deve essere al di fuori dei confini della nazione di Israele”, aggiunse. “C’è un sacco di terra al mondo dove possiamo trovare un posto e dire, ‘Ok, creiamo uno Stato palestinese’. Ma non all’interno dei confini di un Israele sicuro”.
Due anni dopo, in un’intervista concessa alla Cnn nel 2017 dall’insediamento illegale israeliano di Maale Adumim, ribadì: “La Cisgiordania occupata non esiste. Ci sono la Giudea e la Samaria”, il nome biblico della regione utilizzato da Israele. “Penso che Israele abbia il titolo di proprietà” su queste terre, aggiunse. “Ci sono alcune parole che mi rifiuto di usare. Non esiste una Cisgiordania. Sono Giudea e Samaria. Non esiste un insediamento. Sono comunità, sono quartieri, sono città. Non esiste un’occupazione”.
L’ex governatore è di casa nello Stato ebraico, dove ha trascorso molto tempo. Dopo i brutali attentati di Hamas e della Jihad Islamica in Israele del 7 ottobre 2023, costati la vita a oltre 1.100 persone e la libertà a 251 ostaggi, Mike Huckabee si è recato nel Kibbutz Kfar Aza, dove erano state massacrate decine di persone, per esprimere il suo sostegno a Israele e al “popolo ebraico”. Secondo il sito web dell’azienda, lo scorso maggio ha anche guidato un tour nel Paese per conto della società Senior Adult Travel Inc.
L’esultanza dell’estrema destra israeliana
Intanto l’ex governatore ha già ricevuto le “congratulazioni” del neo-ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar e del collega alle Finanze, Bezalel Smotrich. “Come amico di lunga data di Israele e della nostra capitale Gerusalemme, spero che ti sentirai a casa”, ha scritto su X l’estremista di destra, definendo l’ex governatore americano “un sostenitore del processo di colonizzazione”.
“Non ho dubbi che con lui rafforzeremo la sicurezza di Israele e il nostro controllo su tutti i suoi spazi”, ha aggiunto il ministro delle Finanze israeliano, responsabile anche della gestione degli affari civili nella Cisgiordania occupata. L’11 novembre Smotrich ha promesso di annettere nel 2025 gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati da Israele dal 1967. È “l’unico modo”, secondo il ministro, “per eliminare la minaccia” che rappresenterebbe la creazione di uno Stato palestinese per Tel Aviv.
Anche Israel Gantz, che dirige il Consiglio Yesha, la principale organizzazione che rappresenta i coloni, ha “ringraziato” il presidente eletto Trump per la “buona scelta” di Mike Huckabee, un “vecchio amico degli insediamenti israeliani”. Una decisione che fa il paio con quella di Steven Witkoff, un immobiliarista newyorkese, nominato ieri nuovo inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente.
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