Il presidente eletto Donald Trump ha nominato suo genero Jared Kushner come consigliere. La nomina ha destato scalpore e i democratici hanno chiesto al dipartimento di Giustizia di intervenire per chiarire se la nomina abbia infranto le leggi anti-nepotismo o sia in conflitto di interessi.
Secondo i legali di Kushner, marito di Ivanka Trump, la nomina non infrange la legge. Si dimetterà dal suo ruolo di capo del settore immobiliare dell’azienda di famiglia e da editore del giornale New York Observer proprio per rispettare le norme sull’etica, ha detto il suo avvocato Jamie Gorelick.
Nel suo nuovo ruolo Kushner si concentrerà inizialmente sulla politica commerciale e sul Medio Oriente.
Donald Trump si è già detto orgoglioso del genero in passato, e aveva già annunciato di volergli affidare un ruolo di leadership chiave nell’amministrazione.
Nella loro lettera, i deputati democratici, membri della Commissione Giustizia della Camera, sostengono che la nomina possa andare contro una legge federale del 1967 anti-nepotismo, che si applica al personale che lavora alla Casa Bianca. I democratici sollevano questioni anche su un eventuale conflitto di interessi di Kushner. “La posizione della Casa Bianca di Kushner può permettergli di influenzare la politica per favorire i suoi interessi commerciali” scrivono.
“Kushner si è impegnato a rispettare le leggi federali ed etiche e ha consultato l’Office of Government Ethics circa le misure da adottare”, ha detto Gorelick, aggiungendo che il genero del presidente eletto non percepirà compensi per il suo ruolo di consigliere.
Anche la moglie, Ivanka Trump, pur non avendo un ruolo ufficiale nel governo, si dimetterà dai ruoli esecutivi all’interno delle aziende di famiglia.
Kushner ha ricoperto un ruolo di grande influenza nella campagna presidenziale di Donald Trump e ha partecipato alle riunioni chiave con i leader stranieri in questa fase di transizione prima dell’investitura ufficiale.
Pochi giorni fa, insieme al capo stratega Steve Bannon, ha incontrato il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson.
Negli Stati Uniti la legge anti-nepotismo impedisce ai funzionari pubblici di promuovere un parente “per un ruolo nell’agenzia in cui presta servizio o su cui egli esercita giurisdizione o controllo”. La legge federale è stata firmata dal presidente Lyndon Johnson nel 1967.
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