Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato nominato ufficialmente al Nobel per la pace del 2019.
Diciotto repubblicani della Camera hanno avanzato la candidatura di Donald Trump in seguito alla distensione nei rapporti tra le due Coree.
In una lettera guidata dal repubblicano dello Stato dell’Indiana, Luke Messer, e inviata alla commissione del Nobel per la pace i politici affermano che “Trump dovrebbe ricevere il Nobel per la pace del 2019 come riconoscimento del suo lavoro per porre fine alla guerra di Corea, per la denuclearizzazione della penisola e per aver portato la pace nella regione”.
“Nessuno merita il riconoscimento della Commissione del 2019 più del presidente Trump per il suo instancabile lavoro per portare la pace nel mondo”, continua la lettera.
Recentemente, lo stesso presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, aveva affermato che Donald Trump merita di ricevere il Nobel per la pace.
Tuttavia ci sono motivazioni politiche dietro la nomina del Presidente americano. Luke Messer è uno dei tre candidati in lizza per il posto di senatore repubblicano e sta cercando di dimostrarsi più fedele a Trump rispetto ai suoi opponenti.
Le regole che stabiliscono le nomine al premio Nobel sono relativamente vaghe. Le candidature possono essere presentate solo da persone che appartengono a determinate categorie, come ad esempio i membri di un corpo legislativo nazionale, professori universitari ed ex vincitori del premio.
Nel 2018, i nominati al Premio sono 330 e i loro nomi saranno annunciati a dicembre di quest’anno. Nel 2017 il Premio era andato alla Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, una coalizione di oltre 130 paesi in tutto il mondo che si batte per il disarmo atomico.
Questa onorificenza è stata già assegnata in passato a personalità del mondo politico internazionale, come Barack Obama (2009), Nelson Mandela (1994) o Aung San Suu Kyi (1991) o anche a organizzazioni attive per la promozione della pace nel mondo, come l’Unione europea (2012), le Nazioni Unite (2001) o la Croce Rossa (1963).
I bookmakers inglesi avevano già iniziato a scommettere sulla nomina di Donald Trump.
Ladborkes, uno dei principali siti di scommesse britannici, ha quotato l’assegnazione del Nobel per la pace 2018 ai leader di Stati Uniti e Corea del Nord 2/10, il valore più basso tra quelli presi in esame: la puntata viene cioè considerata poco rischiosa.
Il “ticket” Kim-Trump era nettamente al primo posto tra i potenziali candidati individuati dai bookmakers.
Per il secondo posto, il sito aveva ipotizzato il periodico russo indipendente Novaya Gazeta e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), entrambi quotati 10/1. Secondo gli scommettitori, dunque, si tratta di puntate rischiose, il che significa che le probabilità di vittoria scendono.
Ladbrokes quota poi 12/1 l’ex governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, leader del movimento indipendentista catalano accusato dalla Spagna di ribellione e appropriazione indebita di fondi pubblici, mentre 16/1 sono quotati la cancelliera tedesca Angela Merkel, Papa Francesco e l’attivista e blogger saudita Raif Badawi.
In classifica c’è anche il presidente russo Vladimir Putin, anche se l’assegnazione a lui del Nobel per la Pace viene ritenuta piuttosto improbabile: la vincita verrebbe infatti pagata 50/1.
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