Trump contro Huawei | lista nera Huawei | Huawei sicurezza nazionale. L’azienda cinese Huawei finisce nella “Entity List” americana, una lista nera del commercio, che limita per l’azienda cinese gli acquisti di componenti da aziende americane, poiché le sue attività sono considerate un rischio per la sicurezza nazionale. A finire nella lista nera sono il colosso cinese e 70 delle sue affiliate.
Questa decisione metterà d’ora in poi in seria difficoltà Huawei, che infatti ha risposto al presidente americano affermando che una simile presa di posizione “non è nell’interesse di nessuno”.
“Comporterà un grave danno economico per le aziende americane con cui Huawei collabora, inciderà su decine di migliaia di posti di lavoro americani e interromperà la fiducia reciproca che esiste attualmente nella catena di approvvigionamento”.
“Huawei”, prosegue la nota, “cercherà immediatamente rimedi e troverà una soluzione a questo problema. Cercheremo anche di intraprendere azioni proattive al fine di mitigare gli impatti che deriveranno da questo caso”.
La decisione di Trump però non è stata condivisa dalla cancelliera Angela Merkel né dal premier olandese Rutte, che hanno affermato che non seguiranno l’esempio americano.
Il colosso cinese, intanto, ha replicato agli Usa con una nota: “Limitare Huawei non renderà gli Usa più sicuri o più forti, ma servirà solo a limitare gli Usa ad alternative inferiori, ma più costose, lasciando in ritardo il Paese nella distribuzione del 5G”.
Si tratta dell’ultimo atto della “guerra” commerciale tra Usa e Huawei (qui è ricostruita tutta la vicenda).
Nel 2018, infatti, il governo degli Stati Uniti aveva già invitato i suoi alleati, tra cui l’Italia, a non utilizzare i prodotti dell’azienda cinese Huawei, secondo quanto riportato dal quotidiano Wall Street Journal il 23 novembre.
I funzionari americani, infatti, avrebbero contattato i governi stranieri e i dirigenti delle aziende di telecomunicazione dei paesi amici degli Usa per convincerli a rivolgersi ad altre compagnie.
Secondo gli Stati Uniti ci sarebbero stati dei problemi di cyber-sicurezza legati all’utilizzo dei prodotti del colosso cinese dell’high tech.
Inoltre, sempre secondo quanto scriveva il Wall Street Journal, gli Stati Uniti all’epoca avrebbero pensato di aumentare gli aiuti finanziari per lo sviluppo delle telecomunicazioni in quei paesi che avrebbero boicottato le attrezzature prodotte in Cina.
L’amministrazione americana sarebbe stata interessata in particolar modo a quei paesi in cui sorgono le sue basi militari ritenute a rischio di attacchi informatici.
La maggior parte delle comunicazione tra le postazioni militari Usa e Washington infatti viaggiano sulle reti commerciali, mettendone a rischio la sicurezza.
Trump contro Huawei | La risposta dell’azienda – L’azienda cinese aveva risposto dicendosi sorpresa “dai comportamenti del governo Usa descritti dal Wall Street Journal. Se il comportamento di un governo si estende oltre la sua giurisdizione, tale attività non dovrebbe essere incoraggiata”.
“Prodotti e soluzioni Huawei sono ampiamente usati in oltre 170 Paesi in tutto il mondo, servono 46 dei primi 50 operatori mondiali, aziende di Fortune 500 e centinaia di milioni di consumatori. Ci scelgono perché si fidano pienamente di noi”, si legge in una nota ufficiale dell’azienda.
La Huawei aveva anche sottolineato di non aver alcun interesse a mettere le mani sulle informazioni sensibili dei suoi clienti, tantomeno di quelli americani.
La guerra commerciale – Dietro la decisione del presidente Trump si nascondono altre motivazioni, ben poco legato al tema della cyber-sicurezza.
Da mesi infatti è in corso una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina: l’amministrazione di Donald Trump ad agosto ha imposto nuove tasse doganali su 16 miliardi di dollari di prodotti cinesi importati, dopo i dazi del 25 per cento già decisi in precedenza.
Trump contro Huawei | I Paesi Ue non seguono gli Usa – I principali Paesi Ue hanno decido di non seguire la strategia degli Stati Uniti. Francia, Germania e Olanda hanno preannunciato che non seguiranno i consigli di Trump per bandire Huawei nella realizzazione della rete 5G.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, e il premier olandese, Mark Rutte, hanno fatto sapere non intendono seguire il divieto Usa, anche se con sfumature diverse.
La Germania, ha spiegato la Merkel, «ha già sviluppato un percorso ben strutturato per decidere sulla partecipazione alla rete 5G», all’interno del quale sono formulati i criteri generali di sicurezza che devono valere per tutte le compagnie interessate. «Per noi – ha aggiunto la Cancelliera tedesca – i criteri sono il punto di partenza decisivo, dopo cui stabiliamo chi partecipa».
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